“Alimentare contrapposizioni di campanile e reazionarie tra Catanzaro e Cosenza su una seconda facoltà di Medicina all’UNICAL di Rende (CS), chiedendo che diventi una battaglia condivisa da tutte le forze politiche del capoluogo di Regione, mi sembra ormai anacronistico quasi un colpo di sole di metà estate.
Parlare di scippo non è serio ed è offensivo per i calabresi che da decenni lottano per una Sanità che non c’è, che migrano a migliaia al Centro-Nord per curarsi scoprendo che dalla Lombardia all’Emilia Romagna vi è una Facoltà di Medicina in ogni città. Siamo in un momento storico drammatico, alle prese con l’indisponibilità e scarsità di medici per coprire gli organici. Sono sotto gli occhi di tutti i ritardi alla domanda di servizi e ricerca in Italia ed in particolare al Sud e in Calabria. Un evidente limite ai diritti dei cittadini. Ritengo necessario parlare di qualità, specializzazione sanitaria ed accesso diffuso alla Facoltà di Medicina, rivedendo il numero chiuso, e non di Protezionismo strumentalizzando il ‘campanile’ per dividere ancora una volta la Calabria. A chi giova mi viene da chiedere!
Spero che la Politica calabrese e le Istituzioni preposte accompagnino, con un sano discernimento, le sacrosanti ambizioni di crescita e sviluppo dei Poli Universitari Calabresi, favorendo una indispensabile e sana coesione per realizzare, questo si, una efficiente rete scientifica in campo universitario. Esperienze e studi internazionali dimostrano che una presenza diffusa di istituzioni universitarie è rilevante, sia per incrementare l’accesso all’istruzione, sia per favorire i processi di sviluppo territoriale”.
Lo afferma Pietro Molinaro già consigliere regionale e presidente della Commissione Agricoltura nella passata legislatura.