Si è concluso davanti alla Corte di Appello di Reggio Calabria, Seconda Sezione (Pres. Olga Tarsia), il secondo grado del giudizio abbreviato relativo al procedimento penale c.d. Operazione Magma. L’operazione fu curata dal Goa, dallo Scico e dal nucleo di polizia finanziaria delle Fiamme Gialle della Guardia di Finanza.
Gli arresti erano scattati a novembre del 2019 ed avevano interessato 45 persone accusate di traffico internazionale di sostanze stupefacenti, ricondotto ad un sodalizio dedito al narcotraffico.
I reati erano anche aggravati dalla transnazionalità. L’associazione avrebbe avuto base ed addentellati criminali a Rosarno ma interessi e contatti in varie parti del mondo L’indagine era scaturita dal sequestro di 385 chili di cocaina rinvenuti in mare, in prossimità del Porto di Gioia Tauro.
Oltre trenta imputati avevano scelto di essere giudicati con il rito abbreviato, conclusosi nel luglio 2021 davanti al GUP distrettuale di Reggio Calabria con la condanna a quasi 350 anni di carcere, in pieno accoglimento dell’impostazione accusatoria e delle richieste sanzionatorie formulate dalla Procura Distrettuale reggina.
“Avverso quella decisione interposero appello gli imputati condannati, tra i quali anche Gallizzi Vincenzo, 33enne di Rosarno, difeso dall’Avv, Andrea Alvaro, e Loprete Giuseppe, 30enne di Rosarno, difeso dagli avvocati Brunella Crucitti e Giuseppe Varone. In primo grado, entrambi avevano riportato condanne molto severe: Gallizzi, anni 18 e mesi 8 di reclusione, e Loprete, anni 16 di reclusione.
La Corte, in pieno accoglimento dell’appello interposto dai difensori, ha assolto Gallizzi Vincenzo dal reato di partecipazione ad associazione dedita al narcotraffico internazionale pluriaggravata e Loprete Giuseppe dal reato di partecipazione ad associazione mafiosa, con la formula, per entrambi, del non avere commesso il fatto, disponendo l’immediata scarcerazione del Gallizzi.
Soddisfazione è stata espressa dall’Avv. Andrea Alvaro per la rilevante assoluzione riportata dal Gallizzi, da lui assistito, il quale ha visto cancellata la pesantissima condanna ad anni 18 e mesi 8 di reclusione, fondata sulle accuse di tre collaboratori di giustizia, che gli avevano attribuito un ruolo organico all’interno del sodalizio dedito al narcotraffico, accuse che il difensore è riuscito a confutare con successo. “