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Reggina: le mezzali di Inzaghi e le scelte di Saladini. Gloria a chi ha inventato il var

di Paolo Ficara – Sette gol segnati, due incassati. L’inizio di campionato della Reggina, al di là dei punti in classifica dopo tre partite, è indicativo circa le due fasi del gioco del calcio: difensiva ed offensiva, entrambe funzionanti per larghi tratti. Ribadiamo l’esigenza di volare bassi: è vero che la Serie B annovera almeno una dozzina di squadre attrezzate per il salto di categoria, ma è evidente che tra queste non figurano le avversarie affrontate dal 14 agosto fino a ieri sera.

LE MEZZALI DI INZAGHI – Quando pensiamo al passato di Filippo Inzaghi come allenatore, il diamante della collezione è sicuramente la promozione del 2020 con il Benevento. Una stagione in cui, pur avendo Coda come centravanti, il tecnico costruì una cooperativa del gol. Ecco perché ha insistito e sta ancora insistendo per avere centrocampisti prolifici: contro il Sud Tirol sono andate a segno proprio le mezzali, non è un caso. Spesso assistiamo a palloni bassi dalle fasce per chi arriva a rimorchio, nonché a continui inserimenti negli spazi creati dall’allargamento delle ali.

CALCIOMERCATO – Volendo trovare un aspetto non positivo dopo il 4-0 di domenica sera, l’attenzione va agli ultimi giorni di calciomercato. Una gara più equilibrata sarebbe servita come test, in particolare per qualche ruolo chiave, al fine di ponderare meglio qualche valutazione su eventuali correttivi non previsti. Amplieremo il concetto a trattative chiuse.

FORTUNA CHE ESISTE IL VAR – Senza la moviola in campo, la Reggina avrebbe comunque perso a Terni anche se con due gol di scarto. Ma probabilmente non avrebbe avuto vita così facile contro il Sud Tirol. Fosse dipeso da lui, l’arbitro avrebbe sorvolato sull’intervento da rosso diretto del già ammonito Curto; ed avrebbe visto una terza mano spuntare dalla schiena di Menez, sul 2-0 di Majer che non ha nemmeno sfiorato alcun corpo fisico. Se ci aggiungiamo l’insolita squalifica decretata per Inzaghi, è legittimo domandarsi da cosa scaturisca tale atteggiamento ostile.

UOMO DI SALADINI – Nei giorni scorsi abbiamo scritto dell’imminente nomina di Danilo Cucinotti come collaboratore, non sappiamo se sia slittata anche per via della positività al covid annunciata sui social dall’ex difensore. Saladini si stava apprestando a piazzare un dirigente “vergine”: fatta eccezione per Rizzuto direttore del personale, dal dg fino al magazziniere tutte le figure operative presso il Sant’Agata sono state assunte (o hanno lavorato in passato) chi da Gallo, chi da Praticò, chi addirittura da Foti. Cucinotti non andrebbe ad offuscare né la stella, né il pianeta, né la galassia di nessuno. E sarebbe la prima vera diretta espressione del proprietario, al di là della figura istituzionale del presidente Cardona.

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