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Istituto Diocesano ‘Lanza’: “L’Estate Reggina: a partire dal rispetto del lavoro”

“Per quanto il tema più ampio della dignità del lavoro e della sua tutela rappresenti nel
nostro paese un nodo drammaticamente aperto, come ci ricorda il dibattito attuale sui
referendum, l’Istituto avverte l’esigenza di portare l’attenzione su un problema più ristretto,
ma concreto ed importante.
Si è aperta, o quasi, ormai, quella che un po’ tutti chiamano “Estate reggina”, quella
dell’accoglienza turistica, fortunatamente crescente, in città e in tutto il comprensorio della città
metropolitana, ex provincia. La vacanza e il giusto riposo di decine di migliaia di cittadini
saranno di fatto resi possibili dal lavoro per alcuni mesi di tanti giovani, spesso alla prima
esperienza. Ma in quali condizioni? È giusto domandarcelo.
Noi crediamo che Reggio e il suo comprensorio debba mostrare il suo volto migliore non
solo attraverso un calendario sempre più ricco di eventi e manifestazioni, ma promuovendo in
tutti i servizi offerti dagli operatori il rispetto della legalità, in particolare a tutela di coloro che
lavoreranno per rendere possibile l’accoglienza, nei fatti sviluppando quel principio della
dignità del lavoro sul quale non a caso la nostra Costituzione è fondata (art. 1: «L’Italia è una
Repubblica democratica fondata sul lavoro»).
Vorremmo quindi che Reggio Calabria e la sua area metropolitana, dalla costa ionica a
quella tirrenica, sia indicata ad esempio anche per quello che i turisti non vedono e cioè la tutela
del lavoro, a partire da quello dei giovani per i quali la stagione estiva sarà un tempo di dura
fatica a tutte le ore del giorno, siano essi camerieri, lavapiatti, addetti a bar, alberghi, B&B, lidi
pieni di ombrelloni, agriturismi di qualunque livello.
Purtroppo, oggi la Calabria tutta è, ci dicono studi e statistiche mentre fingiamo di
dimenticarlo, ai primi posti del lavoro nero e sottopagato e d’estate lo diviene ancor di più.
Questo lavoro sarà quindi ancora una volta segnato, senza che ce ne accorgiamo, dallo
“sfruttamento” del lavoro nero o, come avviene sempre più spesso, con la registrazione di poche
ore di lavoro di persone in realtà costrette a farne il doppio. Non vogliamo che su questo cada
un velo di silenzio.
Alle istituzioni e specialmente a tutti gli organi di vigilanza chiediamo di attivare subito
un piano efficace, coordinato e straordinario di controlli sulla regolarità delle assunzioni e sulle
condizioni di lavoro di tutti gli addetti.
Ma non basta.
Alle imprese chiediamo che il picco di attività estive non sia il pretesto per calpestare
ogni regola e il rispetto di chi lavora sia una pratica quotidiana di giustizia, senza eludere o
sfidare la minaccia delle sanzioni.
Ai cittadini chiediamo infine di non essere disattenti o, peggio, complici e di farlo
premiando le imprese che rispettano il lavoro, non frequentando quei locali e quelle strutture
che invece operano nell’illegalità e vivono sullo sfruttamento del lavoro.
Perché sia insomma una estate diversa, anche e soprattutto per il lavoro”.

Così si legge in una nota dell’Istituto Diocesano Superiore di Formazione Politico-Sociale
“Mons. Antonio Lanza”.

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