di Laura Pizzimenti – NEL 2014 Benvenuto Marra mi invitò come ospite della sua trasmissione Voices insieme a tutto il gruppo con cui organizzai il mio primo evento: la mostra “Move Your Minde” dello studio di architettura N+M. In quell’occasione mi disse “Lauretta comunque tu sei brava in radio, hai una bella voce e dialettica” … e poi il tempo passò e divenne non solo uno dei miei amici più cari, e uno dei miei principali sostenitori, diventò colui che mi diede una opportunità. Quella di mettermi alla prova anche in radio. Perché lui è soprattutto un grandissimo sostenitore del mondo femminile, non a caso del programma Voices i conduttori sono lui e una donna: Adele Briganti. Lui vede del potenziale e lo esalta, vede del valore e lo sostiene, vede delle qualità e le valorizza. È non a caso il primo Fierce Man attraverso cui ho spiegato al mondo che il progetto Fierce non nasceva “contro” l’universo maschile, anzi proprio in quello voleva cercare riferimenti sui quali appoggiarsi nel proprio cammino di progetto in evoluzione.
Il suo episodio fu GIOVEDI’ 30 LUGLIO 2020 in cui per la prima volta fu sia il presentatore dell’evento Fierce Woman, sia l’ospite maschile, sia il padrino della Fierce Woman Adele Briganti, anche lei protagonista di quell’episodio.
Cosa ha rappresentato per te Fierce Woman e la proposta di farne parte di Laura Pizzimenti?
Ho sempre apprezzato questa iniziativa di Laura che premia le donne che hanno fatto qualcosa di significativo al punto di proporle una rubrica in radio per parlarne una volta a settimana. L’istituzione anche dei Fierce Man di cui orgogliosamente sono stato il primo ha acuito ulteriormente il mio interesse verso questa iniziativa. Anche se spesso scherzo con Laura dicendo che il Fierce man è una sorta di serie b del progetto Fierce.
Nella tua vita e nel tuo intimo cosa significa per te il tuo lavoro? Da cosa è scaturito? Dove trovi l’energia per continuare e migliorarti sempre?
Il mio lavoro è nato per caso dico sempre che è stato il karma perché mi sembrava strano fare qualcosa che mi divertiva come trasmettere in radio o presentare gli spettacoli o meglio ancora fare la spalla a Pasquale Caprì ed essere pure pagato. Per questo, io, abituato a 70/80.000 km annui per portare la pagnotta a casa cercavo qualcosa di più “concreto” ma non trovavo nulla di adatto. Contemporaneamente invece la carriera nel mondo dello spettacolo cresceva esponenzialmente permettendomi di “pagare l’affitto e finire il mese “. Non posso dire che miglioro sempre questo sta al pubblico giudicarlo per quanto riguarda invece le energie è una dura lotta contro la vecchiaia che sicuramente vincerà la guerra ma tutte le battaglie le voglio vincere io.
Perché hai investito il tuo futuro nella città di Reggio Calabria invece di andare altrove?
Ho sette nipoti tutti che lavorano fuori regione addirittura in qualche caso fuori nazione, anche mio figlio il più grande vive e lavora al nord ma io non mi sono mai visto fuori dalla mia città e non mi ci vedo neanche adesso. Probabilmente se fossi andato a lavorare fuori, e le proposte in passato non sono mancate, avrei avuto una carriera più luminosa magari anche più soldi ma credo che sarei stato molto più triste. Non riesco a stare lontano da Reggio per più di 4-5 giorni trascorsi i quali mi manca sempre qualcosa se non sono qui.
Reggio Calabria cosa rappresenta per te?
Reggio per me è casa. Se non hai casa non hai un posto dove tornare, non hai un rifugio, è la comfort zone per antonomasia. Insomma la Casa è essenziale e quindi per me Reggio è proprio questo … semplicemente essenziale come già detto non mi vedrei in nessun altro posto del mondo.