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Rischio idrogeologico, IV Catanzaro: “Non abbandonare i sindaci al proprio destino”

“In questi giorni, a seguito della tragedia di Ischia, se ne sono sentite tante! Naturalmente ci sono state le solite facili dichiarazioni di circostanza a tutti i livelli, anche di personalità istituzionali che occupano ruoli autorevoli. Ci hanno raccontato gli eventi, come sono andare le cose. Non ho sentito però esprimere idee chiare e concrete di come, nel prossimo futuro, si vuole mitigare il rischio idrogeologico e, quindi, di come evitare il più possibile la perdita di vite umane”. Lo afferma, in una nota, Francesco Mauro, sindaco di Sellia Marina e coordinatore provinciale di Italia Viva Catanzaro.

“A dire il vero, solo Matteo Renzi e Carlo Calenda con la deputazione di #ItaliasulSerio hanno fortemente richiesto al Governo sua di riattivare l’Unità di Missione #ItaliaSicura (che ben ha operato in passato) sia di destinare le risorse necessarie per la prevenzione e la mitigazione del dissesto idrogeologico.

Il Governo centrale, soprattutto alla luce dei repentini cambiamenti climatici e delle condizioni geomorfologiche del Paese Italia, non può essere latente, non può più – prosegue il renziano – limitarsi ad affrontare solo l’emergenza, ma deve essere conseguente; deve compiere una scelta politica chiara: ossia, quella di voler mitigare seriamente il rischio idrogeologico ed agire soprattutto sulle misure di prevenzione e finanziare il ReNDiS! E allora, per fare ciò necessitano risorse economiche importante, per compiere azioni importanti, quali:

  1. Mettere nelle condizioni i Comuni di redigere o aggiornare i Piani di Protezione Civile; sostenere i comuni con adeguate risorse finanziarie per l’attuazione dei piani stessi e per la prevenzione e gestione della prima emergenza. Oggi, purtroppo, i Comuni e quindi i Sindaci, in quanto responsabili locali di Protezione Civile, si limitano a diramare le allerte (Rosse, Arancioni, ecc.) ma, di fatto, non hanno risorse adeguate né mezzi per attuare sia la fase di prevenzione (piano di evacuazione, ecc.) che di prima emergenza e, quindi, mettere fattivamente in sicurezza la popolazione interessata dal rischio idrogeologico (perché si trova in Zona R4, R3, ecc.) o da altri rischi specifici.
    Ecco, questo è uno dei tanti casi, un esempio di come i sindaci “servono” alla politica come capro espiatorio…vengono, infatti, abbandonati e lasciati a presidiare il territorio con le sole forze economiche e tecniche. Sindaci che però, nel contempo, vengono individuati, per legge, come destinatari di grandi responsabilità anche penali.

2. Aggiornare la mappatura dei nuclei abitati residenziali e non, che si trovano in “Zona Rossa”. Non appena viene diramata l’allerta, attivare gli sgomberi e delocalizzare temporaneamente la residenza (previa convenzione con strutture ricettive e/o di accoglienza, ecc.).

3. Destinare le risorse sufficienti per finanziare tutto il Piano ReNDiS (Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo) e quindi realizzare le opere di difesa del suolo per la mitigazione del rischio.

4. Attuare un piano di edilizia residenziale a medio termine (da realizzare a carico dello Stato) per la delocalizzazione definitiva dei nuclei abitativi che si trovano in zona Rossa.

Non servono parole, quindi, ma servono – prosegue Mauro – ingenti risorse e competenza e, quindi, serve la volontà politica; altrimenti, se non si interviene fattivamente, seriamente e con competenza, passerà anche questa volta, l’onda emotiva per la perdita delle care e innocenti vittime di Ischia e, ahimè, ci daremo appuntamento a nuove tragedie.

La Calabria, purtroppo, è la Regione con alto rischio di vulnerabilità idrogeologica.
“L’Unità di Missione Casa Calabria”, proposta già da Italia Viva al presidente Occhiuto, consentirebbe di accelerare la spesa delle risorse già assegnate ed essere di ausilio ai Comuni per supportare loro nella redazione di progettazioni, nell’attuazione degli interventi, ecc. Inoltre l’Unità di Missione potrebbe supportare il Dipartimento di Protezione Civile nel facilitare l’aggiornamento dei Piani di Protezione Civile Comunali e nella gestione della prevenzione e delle emergenze”.

 

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