Non solo un festival, ma un’esperienza condivisa, un atto di presenza e cura collettiva, per vivere lo spazio pubblico in altri modi, in un tempo fatto di confini che non abbiamo mai voluto. Il centro storico di Longobardi accoglierà il 7 agosto Minestra 2025 – No geography, il festival femminista organizzato dall’associazione Gynestra, che quest’anno avrà come tematica centrale la geografia di genere, che studia come le persone vivono lo spazio pubblico in relazione al genere in cui si riconoscono.
Come le precedenti edizioni, anche quella di quest’anno si avvarrà di un ricco programma, tra concerti, performance, laboratori, dj set, mostre, presentazione di libri, che riempirà i vicoli e le piazze di Longobardi.
A partire dalle 19:30 sarà aperta l’area food in piazza Santa Domenica, con attenzione anche alle persone vegane e con intolleranze glutine. La stessa piazza che ospiterà due laboratori aperti al pubblico: quello per la creazione della fanzine collettiva “Siamo sconfinatə” a cura del collettivo cosentino Zinèe, e quello di stampa collettiva xilografica e tipografica di mappe e parole sul tema della geografia di genere, guidato da Stamperia senza Pressa. Due momenti ai quali chiunque potrà prendere parte, lasciando un segno concreto che resterà a Gynestra e nel paese sotto forma di collage di street art. In piazza San Francesco si svolgerà un laboratorio di disegno per bambine e bambini a cura dell’artista e pittrice Francesca Mazzagatti.
Varie le attività artistiche e creative anche al Teatro Don Silvio Celaschi, dove dalle 19:30 – nell’area esterna – sarà presente “Nessun luogo è neutro”, video-installazione della fotografa Valentina Procopio, un’opera che riflette sul concetto che i luoghi siano territori vivi, attraversati da memorie, poteri e marginalità.
All’interno del teatrino, alle 20:00, la presentazione del libro “Alleanze Ribelli”, saggio transfemminista collettivo tradotto in italiano da “Progetto ME-TI”, con Giorgia Rizzo in dialogo con la psicologa e attivista Vittoria Morrone. Il testo propone un transfemminismo materialista, aperto e plurale, capace di costruire ponti tra oppressioni e lotte diverse.
Alle 22:00 parole, immagini e musica daranno vita a “Parlami di Gaza”, per raccontare la Palestina di ieri, oggi e domani, attraverso la voce dei palestinesi in diaspora e non.
Le fotografie di Ahmad Jarboa, fotografo e infermiere palestinese rifugiato a Gaza, faranno da cornice alle letture di Mervat Alramli, sceneggiatrice cresciuta tra Gaza e l’Italia, e ai brani di Mohammed Abusenjer, musicista sopravvissuto al genocidio, che porteranno in scena la memoria e la resistenza. Le opere in mostra saranno in vendita per sostenere economicamente Jarboa direttamente a Gaza.
Alle 23:15 “Ciò che rimane”, la performance teatrale di Sara Brusco, artista multidisciplinare indipendente, attraverso cui dare voce alle interferenze che hanno attraversato le nostre famiglie e comunità nelle ultime tre generazioni.
Piazza Garibaldi inizierà a riempirsi dalle 21:00, quando prenderà vita la performance “The Metis Method – Choreography for a gender geography”, un’azione performativa collettiva frutto di un laboratorio in via di svolgimento a Longobardi. In questi giorni di residenza, i e le performer hanno raccolto le testimonianze del pubblico su come donne e persone non binarie percepiscono e vivono gli spazi urbani, lasciando al corpo e al movimento il compito di reimmaginare lo spazio. La performance sarà a cura dell’associazione bolognese Micce, finanziato da Performe Europe.
A portare un tocco di ironia ci sarà la stand-up comedian Ale Tonda, con il suo monologo comico “Vulvomania”, uno storytelling ironico e provocatorio sulle pressioni estetiche, la sessualità, il corpo e l’autodeterminazione.
Dalle 22:15 sarà la musica la vera protagonista, con il live di Anafem & Yung Paninaru, duo queer e transfemminista. Anafem, “cagna sciolta” e calabrese, porterà rabbia trans e amore sovversivo, mentre il progetto di Yung Paninaru rimarcherà il concetto che si può fare musica militante fuori dai canoni etero-cis-normativi.
Molta attesa per “l’artista di punta” di Minestra, la cantautrice e pianista palermitana Giulia Mei, il cui singolo “Bandiera”, è stato scelto come colonna sonora ufficiale delle manifestazioni del 25 novembre. Vicina alle tematiche femministe, Giulia Mei è stata scelta apposta da Gynestra per creare continuità con i progetti che da 4 anni l’associazione realizza.
La serata si chiuderà con il dj set di Huxley – Giuseppe Celano – che farà ballare tutta la piazza attraverso un “viaggio” tra l’elettronica contemporanea, e sfumature world.
Per la prima volta sarà presente anche un’area campeggio, dove sostare prima e dopo Minestra, mentre si conferma anche per questa edizione il servizio navetta, attivo tra la stazione ferroviaria in marina e il paese, per permettere a tutti e tutte di raggiungere con facilità il centro storico.