Noi lo avevamo detto sin dall’inizio che quello Statuto, posticcio e accomodato alla meno peggio, faceva acqua da tutte le parti. Ma, soprattutto, non piaceva – e continua a non piacere – all’ego smisurato del Primo cittadino. Tutto questo, nonostante sia stato redatto attraverso il contributo di onerosissime consulenze pagate, fior di quattrini, dalla cittadinanza.
A dirlo è il Gruppo di Azione in Consiglio comunale che ora vuole avere chiarezza, pretendendo trasparenza, sulle sorti dello Statuto Comunale e sui principi in esso assunti e mai applicati.
Lo strumento – sottolineano i cinque consiglieri di Azione Rocco Gammetta, Antonio Cassano, Mattia Salimbeni, Gennaro Scorza e Vincenzo Scarcello – è stato approvato a febbraio 2023 e pur tra tantissime obiezioni sollevate allora dalla Minoranza sulla inemendabilità del documento la Maggioranza è voluta andare avanti spedita. Anche sulla questione dell’istituzione dei Municipi, che sono passati sotto la miserabile formula della sperimentalità, nonostante la Legge regionale istitutiva della fusione ne prevedesse la loro formalizzazione proprio per meglio gestire il governo della nuova città unica.
Bene – anzi, male – a distanza di 11 mesi dei Municipi non c’è traccia né formale né sperimentale. Perché? Forse Stasi ha paura del confronto? Forse il sindaco è consapevole che l’elezione dei rappresentanti civici metterebbe in ombra la sua azione amministrativa votata esclusivamente a dare ormoni – come scriveva qualcuno nei mesi scorsi – al suo ego o a far passare l’ordinaria amministrazione come azione straordinaria? Una grande città normale – evidenziano ancora i consiglieri di Azione – si realizza se si riesce a creare la prossimità dei servizi. E a questo miravano e mirano i Municipi che non andavano istituiti in forma sperimentale bensì, la loro formazione avrebbe dovuto rappresentare il primo e tempestivo provvedimento assunto dall’Amministrazione comunale per mitigare gli effetti della fusione. E invece hanno rappresentato esclusivamente il “contentino” alla cittadinanza che il Sindaco e la sua Maggioranza hanno inserito nello Statuto con l’intenzione di non attuarli mai.
Ecco perché Stasi&Co. devono andare a casa il prima possibile, per evitare ulteriori ed insanabili danni al tessuto sociale di una città ripiegata su stessa e in preda ai raptus di follia e megalomania dell’uomo solo al comando. Che amministra con tanta pavidità raschiando ogni risorsa pubblica per soddisfare le proprie mire elettorali e clientelari. Come ad esempio lo è proprio l’ennesima consulenza pagata allo Studio romano del prof Amorosino per un importo di 25mila euro. Soldi, questi, che fanno parte di una più ampia delibera di 178mila euro per l’affidamento di incarichi di consulenza fiduciaria all’Amministrazione Comunale. Ma non era stato lo stesso sindaco ad ammonire l’Opposizione quando gli sollevammo la questione dell’opportunità di sottoscrivere una consulenza onerosa con questo soggetto privato? Non era stato Stasi a dirci che ogni euro speso per questa consulenza sarebbe passato prima al vaglio del Consiglio comunale? Ci chiediamo, allora, possibile che nel nostro comune, nella nostra Città non c’era nessuno competente più o quanto il prof Amorosino per confezionare aborti burocratici come lo è lo Statuto Comunale?