Nuovo appuntamento formativo organizzato dall’insegnamento universitario di Pedagogia dell’Antimafia attivo presso il dipartimento di Culture, Educazione e Società dell’Università della Calabria. Giovedì 30 novembre, alle 14:00 presso l’aula Ventura del cubo 18/B, gli studenti e le studentesse di Scienze dell’Educazione dell’Unical discuteranno del ruolo di Libera nella lotta alla ’ndrangheta in Calabria. L’iniziativa sarà introdotta da Rossana Adele Rossi, coordinatrice del corso di studio unificato in Scienze dell’Educazione e Scienze Pedagogiche dell’ateneo di Arcavacata, e prevede la relazione di Giuseppe Borrello, referente regionale di Libera Calabria. Le conclusioni dell’incontro sono invece affidate a Giancarlo Costabile, docente di Pedagogia dell’Antimafia presso il DiCES Unical. La manifestazione si chiuderà con la consegna al coordinatore calabrese dell’associazione di Luigi Ciotti di un riconoscimento per il suo costante impegno contro la ’ndrangheta.
Il seminario rientra nelle attività di formazione critica alla democrazia che sta promuovendo da anni il progetto Barbiana 2040, rete nazionale di scuole che attualizzano la metodologia di don Lorenzo Milani e della Scuola di Barbiana.
«L’azione di Libera è fondamentale in Calabria – dichiara Giancarlo Costabile – perché può rappresentare il momento di sintesi tra le diverse esperienze attive nei territori della regione. Il profilo culturale e umano di Giuseppe Borrello, la sua storia di militanza nel Vibonese contro il sistema criminale locale, la sua visione strategica dell’antimafia sociale costituiscono, a nostro avviso, una occasione irripetibile per costruire, anche nella nostra terra, un movimento plurale e organizzato di contrasto dal basso alla cultura mafiosa di matrice ’ndranghetista. In Calabria – conclude Costabile – sono prevalsi (con troppa frequenza) nell’antimafia sociale protagonismi e interessi che hanno oggettivamente indebolito la capacità di affermazione di una pedagogia critica della cittadinanza attiva. È tempo di una nuova stagione di responsabilità condivise per costruire una pedagogia del cambiamento sociale.»