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Ciacci: “Catanzaro non ha bisogno di un Pride. Ha bisogno di rispetto concreto per i suoi cittadini”

di Claudio Maria Ciacci* – Ho letto gli articoli sul cosiddetto “Road to Pride 2026” e sull’annuncio della manifestazione LGBTQ+ prevista per il prossimo anno, e credo sia doveroso intervenire. Questa iniziativa non rappresenta una priorità per la città, non risponde ai bisogni reali della nostra comunità, e si inserisce in un contesto in cui i problemi veri vengono ignorati. La nostra città affronta ogni giorno emergenze ben più pressanti: strutture sportive pericolanti e abbandonate, giovani privi di luoghi sicuri in cui incontrarsi, strade dissestate, trasporti inefficienti e interi quartieri lasciati al degrado. In questo scenario, anziché affrontare tutto ciò, l’Amministrazione organizza conferenze stampa per annunciare una manifestazione ideologica che si terrà tra più di un anno. Non è solo una mancanza di priorità, è una mancanza di rispetto verso i cittadini. Lo ha giustamente fatto notare il consigliere comunale della Lega Eugenio Riccio, e lo ha ribadito con chiarezza il Coordinamento Cittadino di Fratelli d’Italia: Catanzaro ha bisogno di interventi nei servizi essenziali, non di parate politicizzate. Chi difende questa scelta, come Grandinetti, sostiene che il Pride rappresenti “il futuro” e “non sia una provocazione”. Eppure Grandinetti, che è cittadino di Lamezia Terme e non è stato eletto nel Consiglio Comunale di Catanzaro, parla di una realtà che non rappresenta. Se davvero tiene tanto al Pride, lo proponga a Lamezia, dove troverà o meno chi vorrà accettarlo. A Catanzaro la gente vuole rispetto, non slogan. E quando si dice che il Pride è simbolo di progresso, bisognerebbe anche avere l’onestà di dire cosa accade durante queste sfilate: personaggi seminudi che camminano tra famiglie e bambini, scene che spesso generano indignazione tra i cittadini, al punto che molte famiglie si trovano costrette a coprire gli occhi ai figli per proteggerli da spettacoli inadeguati allo spazio pubblico. Se questo è il decoro che si vuole portare in città, allora è giusto che molti lo rifiutino. E del resto, l’ultima tornata elettorale a Lamezia Terme – proprio la città di Grandinetti – ha visto la netta vittoria del centrodestra contro il Partito Democratico e compagni: un chiaro segnale politico da parte dei cittadini su quali idee vogliono davvero sostenere. Al Presidente del Consiglio Comunale Gianmichele Bosco, invece, vorrei ricordare che i diritti delle persone sono già pienamente tutelati dalla Costituzione e dalle leggi in vigore. Non serve una sfilata per ribadire ciò che è già garantito. La nostra Carta non distingue tra categorie, non parla di sigle o orientamenti, parla di persone. Ma c’è di più: si parla di progresso, di civiltà, di diritti, e intanto viene completamente dimenticato il rispetto per quei luoghi che davvero rappresentano il grado di civiltà di una comunità. Mi riferisco ai cimiteri. Luoghi che dovrebbero essere sacri, che dovrebbero insegnarci il valore della memoria, il significato del nostro passaggio su questa terra. Non a caso ho scritto recentemente un articolo denunciando lo stato di degrado del cimitero di Catanzaro: incuria, abbandono, rifiuti, strutture fatiscenti. Ecco il vero termometro della civiltà. Non sono le sfilate colorate a indicarci se una città è avanzata, ma la pulizia dei suoi cimiteri, delle sue strade, dei suoi spazi pubblici. Non è nel decoro delle parate che si misura il rispetto, ma nella cura dei luoghi frequentati dalle persone ogni giorno. E allora non si venga a parlare di progresso, quando proprio quel presunto progresso viene negato nei luoghi più umani e più profondi della nostra società. Catanzaro non ha bisogno del Pride. Ha bisogno di dignità, di attenzione, di ordine, di pulizia, di servizi. Ha bisogno di rispetto, non di provocazioni ideologiche.

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