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Prosegue il viaggio della Mostra “Archivio MABOS”: le opere valicano i confini del bosco della Sila e approdano nel borgo di Albi

La Sila è sempre più riconosciuta come centro di eccellenza culturale e ricerca storica. Ne dà prova il MABOS (Museo d’Arte del Bosco della Sila), parco espositivo popolato da oltre 40 opere prodotte site-specific da artisti nazionali e internazionali, che promuove l’arte ambientale nel cuore del Parco Nazionale della Sila. Ma non solo: per coinvolgere la comunità, valica i confini del bosco portando in borghi dell’area silana catanzarese la mostra Archivio Mabos, composta da schede tecniche, bozzetti, calchi, ma anche appunti e indicazioni per alcune proposte di manutenzione, fotografie e montaggi video di lunghi work in progress.

Dopo le tappe a Sorbo San Basile e Cicala, grazie al contributo del Gal dei Due Mari, l’esposizione è giunta alla terza edizione e prosegue il viaggio verso Albi, all’interno del Museo della Civiltà Agrosilvopastorale, delle Arti e delle Tradizioni del Parco Nazionale della Sila, gestito dall’Associazione Auser Albi “S. Pertini”.

Promossa nell’ambito del progetto finanziato con risorse del PSR CALABRIA 2014/2022 – Misura 19.4 “Risorse Aggiuntive” – CUP: J48H23001140006, la mostra, curata dalla direttrice del MABOS, Elisabetta Longo, sarà inaugurata mercoledì 6 agosto e sarà visitabile sino al 22 agosto.

“Miriamo a rafforzare la Sila non solo come destinazione naturalistica, ma anche come luogo ricco di storia e memoria. A favorire questo processo è la digitalizzazione nonché la valorizzazione del patrimonio archivistico, che rende accessibili documenti unici e inediti, attirando un pubblico di prossimità” dichiara Mario Talarico, fondatore del museo.

Archivio Mabos, infatti, oltre a rivelare le fasi della macchina produttiva, coinvolge attivamente i visitatori attraverso diversi linguaggi: dai manifesti artistici realizzati dall’illustratore e graphic designer Giuseppe Talarico all’esperienza sonora “I sonagli verso i confini” che, mediante la voce calda e evocativa di Pierpaolo Capovilla e le vibrazioni sonore di Giorgio Caporale, fa rivivere il senso del viaggio e delle fotografie calabresi di Mario Giacomelli ispirate dall’urgenza poetica di Franco Costabile, di cui il Museo custodisce un piccolo nucleo.

“Si tratta di un percorso nell’arte figurativa che, soprattutto tra le nuove generazioni, stimola una pura e profonda conoscenza dei luoghi e della poesia che resiste ai limiti del tempo e alle intromissioni dei confini geografici” chiosa Longo invitando tutti a visitare la mostra Archivio Mabos per celebrare insieme il patrimonio naturalistico e artistico della Sila.

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