“Nella giornata di ieri e stamattina si sono tenuti due incontri relativi alla vicenda della decisione di Tim di conferire il ramo di azienda di Telecontact nella neo-costituita società D.N.A. s.r.l., attraverso la fusione con un ramo d’azienda del Gruppo Distribuzione. Due incontri e due distinte procedure di legge che hanno comunque fatto emergere una valutazione negativa unanime da parte delle organizzazioni sindacali e dei rappresentanti dei lavoratori.
L’incontro di ieri ha riguardato la procedura ex art. 47 legge 428 del 1990. Nonostante le rassicurazioni di Tim sulla validità dell’iniziativa, le organizzazioni sindacali non hanno ricevuto garanzie sufficienti rispetto alla tenuta complessiva del progetto, che presenta già, a nostro avviso, un vizio di origine: la cessione di 1.600 lavoratori che per oltre vent’anni hanno contribuito in modo significativo alla gestione del servizio clienti del gruppo. Tim, con questa operazione, nega e mortifica la propria storia come azienda di riferimento nel settore.
Non sono bastate le conferme riguardo a tutte le tutele previste dalla legge, dal contratto di settore e dagli accordi di secondo livello siglati negli ultimi anni. Le parti sociali restano senza risposte sulle motivazioni che impediscono a Tim di costruire un progetto di riqualificazione interna del personale, soprattutto alla luce delle opportunità legate alla digitalizzazione. Se il progetto tanto pubblicizzato da Tim è così importante e innovativo, perché l’azienda dovrebbe sfilarsi dopo soli quattro anni?
La preoccupazione riguarda non solo i lavoratori di Telecontact, ma anche quelli del Gruppo Distribuzione, che nella vertenza appaiono come un convitato di pietra.
Le domande rimaste inevase ieri si sono ripetute oggi durante la seconda fase della procedura di raffreddamento al Ministero del Lavoro, aperta da tutte le organizzazioni sindacali. L’incontro odierno ha ulteriormente evidenziato le distanze tra la visione di Tim e quella dei sindacati, sancendo la chiusura con un verbale negativo.
Alla luce di quanto emerso, la nostra organizzazione è costretta ad attivare le procedure di mobilitazione dei lavoratori di Telecontact, che hanno diritto a manifestare, nel rispetto della loro storia e professionalità, il proprio dissenso al progetto di cessione a DNA s.r.l.
UGL Telecomunicazioni porterà avanti con determinazione e ragionevolezza una battaglia che, nel metodo e nel merito, determinerà il futuro di 1.600 lavoratori e lavoratrici”.
E’ quanto si legge in un comunicato stampa della Segreteria Nazionale di UGL Telecomunicazioni.
