“Viandante non c'è via, la via si fa con l’andare” - Antonio Machado
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Unbuyable Freedom

di Alfredo Muscatello – Sai qual è il problema?

Che la libertà non è un modulo da compilare.
Non è un timbro. Non è nemmeno un permesso firmato dal ministro. Ti hanno detto che la libertà è un weekend lungo, che la democrazia è un bonus in busta paga,
che è votare, si, ma solo se il ritorno conviene.
Che tutto sommato “sai, è una brava persona”.
Già…
Definisci brava persona.
Perché la vita non può valere meno di un contratto d’armi.
Dicono: i compromessi sono la base della buona politica.
Ma per farla, questa politica, devi prima farti il callo,
imparare a ingoiare e diventare, inevitabilmente, quello che non è più buona politica.
Io la penso diversamente.
Vorrei citare Gaber e concludere con una sintesi che non è uno slogan,
ma un atto di fede:
la libertà è partecipazione.
Ma questo, lo so, basta solo a chi già sa.
A chi ha il cervello acceso.
A chi piange anche solo immaginando la sofferenza generata dall’uomo sull’uomo.
La libertà è quando uno scende in piazza e dice:
“Mi importa della vita di chi non conosco.
Perché la vita è un valore imprescindibile,
specie se si è espressa in pochi anni.”
E allora arrivano loro, i burocrati educati all’obbedienza.
Fanno carriera vendendo la parola “ordine”.
E ti dicono:
“No. Non si può. È illegittimo. Non si fa. Non conviene.”
Capisci?
Non conviene. È sempre una questione di convenienza. Convenienza nei contratti. Convenienza nei rapporti. Convenienza nelle foto sorridenti con chi bombarda.
E noi?
Noi dovremmo restare a casa. Zitti. Buoni. Magari a guardare la partita.
Ma la Global Sumud Flotilla non è solo barche.
È una bandiera che non si piega. È un gesto inutile gigantesco. È quella roba che i potenti odiano di più: UN’IDEA CHE NON SI PUÒ COMPRARE
E allora tu, uomo pensante, non ti spaventare se ti chiamano sovversivo, se ti dicono che disturbiamo.
Perché disturbare, in certi momenti della storia, è l’unico modo onesto di respirare.
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