Lo sguardo fiero, determinato, di chi sa di essere nel giusto. Antonietta De Lillo, regista e sceneggiatrice partenopea, ha conquistato il pubblico che ieri ha avuto modo di ascoltarla durante la prima tappa di “Fuori Campo 5”, il progetto itinerante di promozione cinematografica a cura di Rete Cinema Calabria improntato alla valorizzazione del cinema italiano d’autore indipendente e del patrimonio artistico e architettonico del territorio.
Un primo incontro nel pomeriggio, nello splendido Palazzo Grisolia, nel centro storico di Cosenza, in coerenza con il tema di questa quinta annualità del progetto che è “Il Cinema come Dimora”: lì, nel salone dell’edificio situato nell’antico quartiere della Giostra Vecchia, l’attore Ernesto Orrico, in veste di moderatore, ha dato ufficialmente il via al primo degli eventi in programma dando la parola in primis a Rosa Lorenzon, la quale, nella gestione della dimora con la sua associazione, è riuscita a realizzare il sogno del padre di tornare a vivere nel centro storico e contribuire a dare nuova vita ai vecchi rioni. Appena prima, nonostante la pioggia, la guida Claudia Coppola ha condotto i presenti alla scoperta di Cosenza “dal Rinascimento al Risorgimento tra antiche dimore e monasteri” in un percorso che da piazza XV Marzo ha portato a Palazzo Grisolia.
Il centro storico bruzio è stato anche protagonista del cortometraggio di Luigi Simone Veneziano “Echoes”, da un testo scritto a quattro mani con Alessia Principe e la voce narrante di Carmelo Giordano, e nella relazione dell’architetto Argia Morcavallo in cui già dal titolo, “Giostra Vecchia. Scenografia di un quartiere nobiliare”, s’intuisce la volontà di contribuire a rivitalizzare un territorio non abbastanza valorizzato.
Ma la rivalutazione del territorio passa anche dalla musica, così il M° Francesco Perri, dopo aver eseguito al pianoforte gli accenni delle colonne sonore di “Il giardino dei Finzi Contini” e “I girasoli”, ha illustrato il progetto del Polo Tecnologico Audio Video del Conservatorio di Cosenza, domiciliato in un palazzo storico di Cerisano, con sale prove di composizione e registrazione per la creazione di colonne sonore per il cinema, e non solo.
Piacevolmente sorpresa, alla sua prima volta a Cosenza, Antonietta De Lillo ha poi conversato con la giornalista Paola Abenavoli, ripercorrendo il proprio vissuto professionale, dagli esordi ai tanti episodi legati al suo film di successo “Il resto di niente”, al centro di una paradossale vicenda umana e giudiziaria raccontata poi nel documentario “L’occhio della gallina”. «Il cinema ha un rapporto speciale con lo spazio e con il tempo – ha raccontato De Lillo -. Ricordo che mi volevano far girare “Il resto di niente” in Marocco. Invece io ero fortemente convinta che andava girato a Napoli, e credo sia uno dei pochi film ambientato nel ‘700 interamente girato dal vero, senza ricostruzioni. Il cinema ha questa grande capacità di riuscire a trasmettere la potenza di alcuni luoghi, che diventano essenziali perchè gli ambienti sono lo specchio dei personaggi».
Decisamente l’ospite ideale per un’edizione che indaga lo sguardo femminile nel cinema.
«Alla domanda cosa significa fare cinema al femminile ed essere di Napoli – ha proseguito Antonietta De Lillo – io rispondevo che erano due fortune che mi erano capitate. Oggi, con più di quarant’anni di carriera e il mondo che sta andando a zig zag, essere donna vuol dire qualcosa di più e qualcosa di meno. Mi sono resa conto che di fronte non più solo all’arte, ma anche al potere e al business, noi donne non siamo uguali agli uomini. Non siamo abituate ad accettare i compromessi e questo fa paura».
Le attività del progetto sono poi proseguite al Cinema Campus Unical dove la regista partenopea si è confrontata con Pino Citrigno, presidente regionale dell’Anec (Associazione Nazionale Esercenti Cinema) sul tema della distribuzione. Citrigno, nel suo intervento, ha sottolineato come i film italiani vengano penalizzati dalla produzione delle major americane, ma anche che andrebbe fatta una selezione delle produzioni italiane, oggi in overbooking.
De Lillo, dal canto suo, è convinta che il “sistema cinema” abbia problemi strutturali seri, e lo ha dimostrato proprio nel fare un film politico come “L’occhio della gallina. Autoritratto di Antonietta De Lillo”, lucida e ironica analisi di una vicenda che ha penalizzato la sua carriera ma senza piegare la sua volontà di continuare a fare cinema. Attraverso interviste, ricostruzioni e archivi personali, il film mostra le difficoltà di chi va controcorrente. La proiezione è stata accolta da lunghi applausi e la regista non si è sottratta alle domande del pubblico.
Si è chiusa quindi positivamente la prima delle tre giornate di Fuori Campo 5 dedicate al cinema d’autore e alla bellezza dei luoghi architettonici storici. Il prossimo appuntamento sarà a Villa Cefaly Pandolphi, ad Acconia di Curinga (Cz), il 22 novembre in compagnia della regista Elettra Bisogno.
La rassegna è sostenuta dalla Calabria Film Commission nell’ambito del progetto “Bella come il cinema” che coinvolge le città della Calabria e i suoi luoghi più iconici, tra cultura, buon cinema e promozione del territorio, dalla Fondazione Carical e dalla BccMediocrati
