Proseguono le ricerche dei migranti – forse una sessantina, tra i quali 26 bambini secondo il racconto dei sopravvissuti – caduti in mare ieri a 120 miglia dalla costa della Calabria dopo che la barca a vela sulla quale viaggiavano è affondata, pare dopo un’esplosione a bordo. Al momento, però, non sono stati individuati né superstiti né cadaveri. Le motovedette della Guardia costiera di Roccella Ionica hanno operato sino a stamani e sono da poco rientrate in porto per fare rifornimento di carburante. Le ricerche proseguono con mezzi aerei e navali e si stanno estendendo rispetto al luogo dove ancora è visibile la barca semiaffondata. Le correnti ed i venti che spirano sulla zona, infatti, potrebbero avere trascinato per miglia eventuali superstiti o i corpi delle vittime. Sono stazionarie, intanto, le condizioni degli undici superstiti recuperati da una nave francese – una dodicesima persona, una donna, è morta durante il tragitto – e poi condotti nel porto di Roccella dalle motovedette della Guardia costiera. Attualmente nove di loro sono ricoverati negli ospedali di Polistena, Locri e Soverato (Catanzaro) per ferite di varia natura e ustioni dovute, probabilmente, all’esplosione a bordo. Nessuno di loro sarebbe comunque in pericolo di vita. Tra loro anche una bambina di 10 anni. I due migranti rimasti illesi sono ospitati nella tensostruttura allestita nel porto per la prima accoglienza.
Naufragio a Roccella Ionica: ancora una sessantina i migranti dispersi, ricerche proseguono senza esito
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