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Marino (Un Mondo di Mondi): “Rom ancora discriminati e ghettizzati”

“La settimana della memoria dovrebbe essere un’occasione in cui il ricordo sia soprattutto azione di contrasto al razzismo ancora oggi attivo, cominciando dalla tipologia di razzismo meno riconosciuta che è l’antiziganismo: il razzismo contro i rom.

Al mancato riconoscimento di questo tipo di razzismo che riguarda i rom ha contribuito, dopo la seconda guerra mondiale, la negazione dello sterminio nazi-fascista di circa 500.000 rom ( un quarto dei rom che vivevano in Europa tra le due guerre mondiali) . Nei processi ai nazisti per crimini contro l’umanità che seguirono la fine della guerra, primo fra tutti il processo di Norimberga, lo sterminio dei rom non venne per nulla considerato. Eppure nei resoconti dei dibattimenti processuali i rom sono ripetutamente citati anche se indirettamente. La Germania, subito dopo la guerra, considerò le misura prese dai nazisti contro i rom prima del 1943 come misure ufficiali e legittime contro persone che avevano commesso atti criminali e non il risultato di politiche razziste. Questa decisione impedì che venisse riconosciuto dallo Stato Tedesco il risarcimento alle migliaia di vittime rom incarcerate, sterilizzate e deportate dalla Germania nazista senza aver commesso alcun crimine. Solo alla fine nel 1980, molto tardivamente, il Parlamento della Germania Occidentale ha riconosciuto la persecuzione e lo sterminio dei rom ad opera dei nazisti come azione razziale, consentendo le richieste di risarcimento. Ma a questo punto molti dei rom che avrebbero potuto presentare domanda erano già morti.

Il mancato riconoscimento dello sterminio nazi-fascista dei rom è avvenuto anche in Italia . Il nostro Paese nell’ istituire la giornata della memoria del 27 gennaio con la Legge nr 211 del 20 luglio 2000 per ricordare lo sterminio del popolo ebraico e le leggi razziali fasciste si è “dimenticato” di inserire pure i 500.000 rom del genocidio nazi-fascista . Fino ad oggi lo Stato italiano non ha provveduto ad integrare la legge. Il mancato riconoscimento è chiaramente un forte contributo all’antiziganismo, quale razzismo istituzionale verso i rom che continua ad essere messo in atto ,ancora oggi , anche in Italia in ambiti diversi, a volte con forme “sfumate” ma molto concrete, anche da parte di coloro che sono impegnati nel contrasto di altre forme di razzismo .

Il razzismo verso i rom, sostiene l’Antropologo Leonardo Piasere nel suo libro Scenari dell’antiziganismo pubblicato nel 2012 da Seid Editore ha una struttura specifica che ne costituisce la forza e l’articolazione funzionale e strategica per l’attuale società neoliberista . Piasere dichiara che il razzismo verso i rom ha come sua struttura la “costruzione” da parte dei non rom della figura dello/a zingaro/a come persona inferiorizzata e deumanizzata che vuole essere fuori dalle regole sociali . Tale “costruzione” è definita da Piasere come il processo di realizzazione del trickster , che “è quel personaggio presente in tante mitologie con la caratteristica di non avere caratteristiche, dal momento che si costruisce appositamente andando contro le classificazioni cosmologiche accettate in una data societa” . Il trickster è determinante per valorizzare e mettere in evidenza tutti gli aspetti ritenuti positivi e giusti proprio perché mostra gli opposi negativi . Secondo l’Antropologo questa “costruzione” razzista renderebbe l’antiziganismo un razzismo in qualche modo diverso da altri razzismi e gli stessi rom diversi da altri soggetti oggetto di razzismo . Questo tipo di razzismo, secondo Piasere, è stato costruito nell’Europa nel corso di secoli, ha contribuito alla realizzazioe degli stati europei e ancora oggi fa parte integrante del pensiero europeo con la precisa funzione di mantenere i vincoli di subalternità ed esclusione sociale , consentire diverse forme di sfruttamento, di fornire un esempio negativo assoluto e di avere sempre disponibile un perfetto capro espiatorio a cui addebitare responsabilità sociali appositamente costruite per nascondere quelle reali . Oggi, dice Piasere, l’antiziganismo è sempre più importante nell’attuale società neoliberista in quanto garantisce le suddette funzioni in modo sempre più efficace e determinante, agendo , perfino, attraverso i numerosi progetti di “inclusione sociale” e di “rispetto” dei diritti umani dei rom .

Dato che l’antiziganismo costruisce secondo le necessità ed in modo molto efficace il rom deumanizzato e inferiorizzato , i rom veri sono quasi del tutto sconosciuti . Essi sono persone come tutte le altre nel bene come nel male e non corrispondono al trickster costruito .

Nel territorio reggino l’antiziganismo ancora oggi è molto diffuso e radicato e funziona in modo perfetto ad opera delle istituzioni pubbliche, di quelle private, del terzo settore e di singoli cittadini. Purtroppo funziona perfettamente in ogni ambito sociale: nell’istruzione, nel welfare , nel mondo del lavoro, nella sanità e nella giustizia.

Nelle scuole le alunne e gli alunni rom, dopo 41 anni dalla chiusura delle classi speciali “lacio drom”, continuano ad essere inferiorizzati ed emarginati. Quasi il 40% degli alunni e delle alunne rom ha una certificazione di ritardo mentale lieve, grazie all’opera incessante e coordinata di inferiorizzazione di diverse istituzioni pubbliche . Difatti la gran parte di questi alunni ( circa il 35%) non ha alcun ritardo mentale e quindi con il meccanismo delle certificazioni gli viene impedito di accedere al livello di apprendimento di cui avrebbe diritto. Ma questo serve alle scuole per ottenere tutti i vantaggi previsti avendo un alto numero di alunni H e tanti insegnanti di sostegno .

Le istituzioni e l’opinione pubblica sostengono , come pura invenzione secondo il modello del trickster , che il 90% dei rom delinque e lo sostengono rifiutando perfino i dati che confutano completamente tale affermazione. Proprio perché il meccanismo del trickster si basa su fatti del tutto inventati ma accettati come veri. Questa assoluta criminalizzazione dei rom inventata viene sostenuta in modo costante anche da un’informazione dei media che etnicizza sistematicamente i reati commessi da singoli soggetti rom, facendo diventare criminale l’intera comunità .

Per quanto riguarda il mondo del lavoro locale i rom ne risultano fortemente esclusi; difatti il loro tasso di disoccupazione è molto più alto di quello medio del territorio. Ma questo si deve non al fatto che i rom non vogliano lavorare, come viene riportato dall’immagine inventata del rom (trickster), ma perché ne sono strutturalmente esclusivi sia a causa della criminalizzazione subita che per l’istruzione e la formazione a loro negate a monte. Anche l’esclusione dei rom dal lavoro serve a stabilizzare i ruoli sociali nella nostra società neoliberale .

I Comuni e l’opinione pubblica addebitano ai rom tutti i problemi esistenti sia nei quartieri di case popolari che nei ghetti urbani come Arghillà e Ciambra e con questo capro espiatorio (trickster ) vengono nascoste perfettamente le responsabilità reali dei Comuni e dell’Aterp i quali sono i responsabili reali sia dell’abbandono della gestione dell’Edilizia Residenziale Pubblica che della costruzione dei due ghetti.

Addebitare ai rom tutto quello che di negativo accade nei ghetti come Arghillà e Ciambra non significa solo nascondere le responsabilità dei due Comuni che ne hanno autorizzato la costruzione e dell’Aterp che li ha costruiti, ma, soprattutto, significa impedire che si sviluppi la consapevolezza della politica di ghettizzazione che fa parte integrante della politica urbana complessiva che riguarda tutte e tutti. Lo stesso si può dire per tutte le altre applicazioni dell’antiziganismo come capro espiatorio trickster. Questo ci fa capire la funzione di politica negativa che ha l’antiziganismo per l’attuale società e di conseguenza quanto sia urgente contrastarlo efficacemente e consapevolmente per l’intera società. Nel territorio reggino i rom hanno avviato, a partire dagli anni Novanta, l’azione di equa dislocazione abitativa che è anche un percorso di contrasto all’antiziganismo e questa azione, nonostante la costante azione di contrasto subita, ha portato dei discreti risultati sia per i rom che per il resto della società”.

Così, in una nota, Giacomo Marino dell’associazione “Un Mondo di Mondi”.

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