La politica torna ad accendere i riflettori sul rapporto tra calcio e malavita organizzata. L’operazione di questa mattina, avvenuta a meno di un mese dall’omicidio di Antonio Bellocco, che ha portato all’arresto di 18 capi ultra’ di Inter e Milan, ha scosso anche i Palazzi.
Sulla vicenda, oltre all’intervento del procuratore federale della Figc Giuseppe Chine’, che ha fatto partire la richiesta alla procura di Milano di ottenere l’ordinanza di custodia cautelare e gli atti di indagine non coperti da segreto, potrebbe intervenire anche la commissione Antimafia. L’inchiesta riguarda persone indagate a vario titolo per associazione a delinquere, con l’aggravante del metodo mafioso, estorsione, lesioni e altri gravi reati e gia’ in passato l’organismo di palazzo San Macuto si e’ occupato delle connessioni tra le curve e la criminalita’ organizzata.
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Lo ha fatto per esempio nella scorsa legislatura: “Era gia’ tutto scritto, gli allarmi sono rimasti inascoltati”, dice all’AGI il coordinatore dell’allora comitato Mafia e Sport, Marco Di Lello (Pd), che sette anni fa porto’ avanti, all’interno della Commissione antimafia, un’indagine ad hoc sul fenomeno. “Come mai – si chiede Di Lello – se ne sono accorti adesso? Solo perche’ nelle scorse settimane c’e’ stato un omicidio. Ma gia’ noi avevamo dimostrato i tentativi di infiltrazione della ‘ndrangheta per condizionare le societa’ di calcio. Ora si sopporta tutto per il quieto vivere ma certi legami ci sono da tempo”.
“Un legame che – rimarca oggi Chiara Colosimo, presidente della Commissione Antimafia -, partendo dalla gestione di traffici illeciti ed estorsioni, porta a fenomeni che sono alla base dei metodi mafiosi e crea un rapporto pericoloso e simbiotico tra esponenti di spicco della criminalita’, come la ‘ndrangheta, e gli ultras”.
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“Parleremo di quanto accaduto nel prossimo ufficio di presidenza della Commissione, occorre – afferma il deputato di Noi moderati Pino Bicchielli, componente dell’organismo – ridare il calcio a chi vuole andare ad assistere alle partite in maniera tranquilla, penso soprattutto alle famiglie”.
Nella relazione su mafia e sport – approvata all’unanimita’ dalla Commissione nel dicembre del 2017 – si sottolineo’, tra l’altro, che “a Torino la ‘ndrangheta si e’ inserita come intermediaria e garante nell’ambito del fenomeno del bagarinaggio gestito dagli ultras della Juventus, arrivando a controllare i gruppi ultras che avevano come riferimento diretto diverse locali di ndrangheta”.
“Ma – osserva Di Lello – il discorso non era solo limitato alla Juve, ascoltammo tantissime societa’ di calcio e le problematiche, legate alla gestione dei biglietti, del parcheggio, di tutti i servizi aggiuntivi, riguardavano tantissime societa’ di calcio professionistiche”.