Domani mattina alle ore 11.30, presso la sala “Umberto Boccioni” di palazzo “Corrado Alvaro” della Città Metropolitana di Reggio Calabria, si terrà l’inaugurazione della mostra “L’arte della guerra” di Bruno Canova, considerato tra i massimi esponenti dell’arte italiana del Novecento e a cura di Alessandra Carelli, Paolo Coen e Lorenzo Canova e visitabile fino al 5 maggio 2022.
L’evento, che arricchisce ulteriormente il calendario di manifestazioni organizzate in vista del 25 Aprile, è promosso dal Comitato per i festeggiamenti del 25 Aprile, in sinergia con la Città Metropolitana di Reggio Calabria, il Comune di Reggio Calabria, l’istituto Mattia Preti di Reggio Calabria, in collaborazione con il Museo dei Brettii e degli Enostri di Cosenza e la Rete Universitaria per il Giorno della Memoria.
Al taglio del nastro parteciperanno i Rappresentanti Istituzionali della Città Metropolitana e del Comune di Reggio Calabria Irene Calabrò e la curatrice della mostra Alessandra Carelli.
L’esposizione monografica si compone di più di 40 opere che comprendono una selezione di disegni, dipinti, incisioni e acqueforti che consentiranno di approfondire la figura e la personalità artistica di Bruno Canova, nato a Bologna nel 1925 e
scomparso nel 2012 a Lacco Ameno d’Ischia. Si tratta di una sequenza di opere dedicate agli orrori della Seconda Guerra Mondiale, nella quale un’immediata e ineludibile forza comunicativa si coniuga e viene esaltata da un raffinato livello di invenzione figurativa e di tenuta stilistica.
Il ciclo di opere realizzato dall’importante artista tra la fine degli anni Sessanta e gli anni Settanta, ma portato avanti fino alla sua scomparsa, rappresenta la volontà di Canova di usare il linguaggio delle arti visive per contribuire al grande mosaico collettivo della Memoria, una scelta – questa – dettata anche e soprattutto dalla necessità di continuare a trasmettere alle generazioni future il ricordo degli orrori delle dittature, della guerra e la memoria tragica della Shoah. La mostra che ospitiamo a Reggio Calabria è la testimonianza di una tragedia nella quale l’artista è stato coinvolto in prima persona e delle atrocità cui è sopravvissuto.
Bruno Canova, infatti, fu internato nel 1944 come partigiano in un lager tedesco.
Nei suoi lavori Canova unisce la sua formazione di avanguardia, legata alla grafica di Albe Steiner, Max Huber e alla fotografia di Luigi Veronesi, ad una personale rielaborazione del collage futurista e dadaista e alla sua vocazione iconica di disegnatore e pittore.
Elaborati che sono il frutto di lunghe ricerche storiche, utilizzando manifesti, ritagli di giornale e documenti originali inseriti nel corpo dell’opera, disegni e parti dipinte. Il risultato, di grande forza espressiva e di dolente partecipazione, è legato indubbiamente alla sua esperienza diretta, dove i simboli non restano sospesi come fredde evocazioni, ma diventano elementi strutturali della potenza drammatica di opere colme di una intensa e sofferta capacità di testimoniare ed evocare fatti e cose talmente spaventosi da giungere alla soglia dell’indicibile.
Al rientro dall’ultima esposizione – tenutasi a Siviglia – si è deciso, insieme al figlio Lorenzo Canova, storico e critico d’arte di caratura internazionale, al museologo e storico dell’arte Paolo Coen e, non da ultimo, al compianto critico Maurizio Calvesi, di portare “L’arte della guerra”, che rientra tra i grandi eventi di Roma Capitale, in Calabria e di affidarla alla dott.ssa Alessandra Carelli, referente regionale della Rete Universitaria per il Giorno della Memoria.