“Questa guerra ha alimentato l’odio per le prossime generazioni”, “per arrivare alla pace bisogna curare gli animi. La pace e’ la conclusione”, “non bisogna correre troppo presto a parlare di pace, bisogna creare le condizioni per la pace e non e’ molto facile quando ogni giorno ci sono le bombe che ammazzano decine di persone, quando la fame attanaglia migliaia di persone”.
Cosi’ il Patriarca di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa in un video collegamento ieri sera durante la veglia di preghiera “Restiamo umani” a Cosenza, organizzata dalla Caritas diocesana. Per il cardinale “occorre riumanizzare l’altro, nel linguaggio”, “riattivare un discorso, non fatto di slogan, che contrasti le letture radicali di chi dice ‘Dio ci ha dato la terra, lo dice la Bibbia e la dobbiamo prendere’ oppure ‘Dio giustifica l’uso della violenza per liberare il nostro popolo'”, “bisogna contrastare questo modo di pensare con un linguaggio diverso, creare una rete, un network con cristiani, ebrei, musulmani, credenti e non credenti. Una rete solida, seria, che veda nell’altro non una minaccia ma un partner per costruire il proprio futuro”.
Il Patriarca ha sottolineato la situazione “drammatica” in cui versa Gaza. “Ed e’ drammatico vedere che dietro a tutto questo c’e’ una mente, una volonta’ quanto organizzata non so, una strategia, un pensiero”.
“Parlare di condizione per la pace non e’ facile quando ogni giorno ci sono le bombe che ammazzano decine di persone, quando la fame attanaglia migliaia di persone”.
“Penso ai nostri che sono a Gaza – ha proseguito – ma non solo… tutto sommato i nostri sono ‘privilegiati’ perche’ hanno qualcosa da mangiare, cioe’ un po’ di riso e basta ma molti non hanno neanche quello. Ci sono decine e decine di bambini della nostra parrocchia, mi diceva il parroco ieri che sono preoccupati, perche’ da mesi non vedono verdura, frutta, carne, vitamine, hanno poca energia”, “si dorme poco perche’ le bombe sono soprattutto di notte. Una situazione drammatica”.