“Le persone non sono merci, il carico residuale è quello che ci portiamo dietro da 70 anni”. Così in una nota il consigliere metropolitano con delega all’Accoglienza Michele Conia commenta la vicenda relativa allo sbarco selettivo dei migranti dalla nave Humanity One nel porto di Catania. “Un carico – afferma Conia – che viene da lontano, dall’ideologia più becera della destra la definizione di carico residuale per i migranti lasciati a guardare dalle navi la costa che per loro era salvezza e che si è trasformata in muro invalicabile. Viene dalla pancia più crudele dell’iperliberismo che parla di risorse umane, di capitale umano, rendendo cose le persone, numeri da utilizzare o da smaltire a seconda della situazione”.
“Non ci rassegneremo mai a questo stato di cose – ha affermato ancora Conia – e continueremo a lottare per rendere il mondo più giusto, per dare a tutte e tutti gli strumenti per comprendere che i confini non sono nati come i fiumi o il mare, ma sono stati disegnati come strumento di potere e di discriminazione. Yuri Gagarin il 12 aprile del 1961, primo uomo ad andare nello spazio, disse: “Da quassù la terra è bellissima, senza frontiere né confini”. Un’utopia che ci deve indicare la strada della fratellanza fra i popoli, che la destra ancora non riesce a vedere”.