Al via a Corigliano-Rossano, dal 9 all’11 settembre, la seconda edizione de “La città dei luoghi, il festival dell’appartenenza” che ha l’ambizione di raccontare la ricchezza della provincia italiana, attraversata da saperi ed esperienze che, per la profondità del loro sentire, hanno raggiunto anche una consacrazione internazionale. Per il 2022, in particolare, il festival intende mettere in risalto l’idea di un’identità che non si declina mai sotto forma di esclusione nei confronti degli altri ma evita, allo stesso tempo, l’abbraccio nostalgico delle “piccole patrie” cui rimanda molto letteratura odierna: le culture sono ponti tra mondi e generazioni diverse e non possono diventare muri di separazione. Motivo che rende ancora più significativo il fatto che l’iniziativa sia promossa dal comune di Corigliano-Rossano nato dalla fusione di due paesi nella convinzione che, superando ogni miope campanilismo, la propria identità si possa affermare per addizione -che è sempre un arricchimento- piuttosto che per sottrazione -che è sempre un impoverimento-.
Con la consulenza artistica di Peppe Voltarelli e il coordinamento di Squilibri, si inizia il 9 settembre, alle 20,30 con John Vignola e, a seguire, il concerto di Peppe Voltarelli con Marco Calliari. Giornalista, critico musicale e conduttore radiofonico per Rai Radio1, Vignola è impegnato professionalmente nel mondo della musica da trent’anni, e vanta dunque l’esperienza adeguata per misurarsi con i fenomeni di “glocalizzazione” che caratterizzano in modo particolare il mondo della musica. A seguire il concerto di Peppe Voltarelli che della “glocalità” ha fatto la sua cifra distintiva, essendo fortemente radicato nella terra d’origine e allo stesso tempo proiettato sulla scena internazionale come ambasciatore nel mondo della canzone d’autore. Suo ospite Marco Calliari, un cantautore canadese che non ha dimenticato le proprie origini italiane e che si muove nella relazione continua tra i due suoi mondi, quello di provenienza e quello di appartenenza.
Si prosegue il 10 settembre 2022, alle ore 2030, in piazza Giovanni Paolo II, con l’incontro con Peppe Lanzetta e, a seguire, il concerto degli ‘A67. Dalle banlieue parigine al Bronx napoletano, Lanzetta racconta le periferie dell’anima come nessun altro sa fare, e tra le pieghe delle sue parole si avverte forte l’odore, il caldo, la musica e le voci di Napoli, la città più variopinta del mondo. Vincitori della Targa Tenco 2022 come miglior album in dialetto con il loro ultimo cd, Jastemma, gli ‘A67, nati a Scampia come reazione a una condizione sociale di grande disagio, hanno espresso nella loro carriera la volontà di riscatto e la ricchezza di tensioni che accomuna tutte le periferie del mondo. Declinando in un’accezione più intima e carnale la loro vocazione ad esplorare i panorami della condizione umana, nell’ultimo album hanno rivolto la loro attenzione all’amore, sviscerato in tutte le sue possibili latitudini in un disco crudo e spietato, essenziale nel suono e nella parola che non poteva che essere in napoletano. Lanzetta e gli ‘A67 sono tra i casi più emblematici di un’appartenenza radicata su un luogo.
Il festival si chiude, l’11 settembre, in piazza Giovanni Paolo II, con Sara Sanzi e Davide Toffolo e, a seguire, Erica Mou in concerto. Affermato musicista e frontman del gruppo rock Tre allegri ragazzi morti, Davide Toffolo è stato uno degli autori che ha contribuito a rivoluzionare il fumetto italiano tra gli anni Novanta e Duemila, nel segno di una continua dislocazione di identità e appartenenze: motivi che in qualche modo si ritrovano alla base della sua decisione di mostrarsi in pubblico, da sempre, con una maschera. A condurre la discussione su identità mascherate o anche camuffate dietro una patina di cosmopolitismo, Sara Sanzi, giornalista di Rai3, conduttrice di Expat, la trasmissione della Rai dedicata alle nuove forme ed esperienze di migrazioni di italiani all’estero che sono anche racconti di sentimenti di appartenenza trapiantati altrove. A seguire il concerto di Erica Mou che, nata e cresciuta in Puglia, vive ora a Londra dove ha trovato forse il contesto più appropriato alla sua vena artistica con una forte impronta cosmopolita. Con all’attivo oltre settecento concerti in Italia e all’estero, ha pubblicato sei album in studio, con lusinghieri riscontri di pubblico e di critica.
In tutte le serate, all’insegna del dialogo tra musica ed arte, il live painting di Beppe Stasi (9 settembre) e di Luisa Corcione (10 e 11 settembre). Direttore didattico del Museo del Fumetto di Cosenza, Stasi è autore dell’artwtok di numerosi dischi, tra i quali gli ultimi album dei Fratelli Mancuso e della NCCP-Nuova Compagnia di Canto Popolare. Straordinaria artista crossover partenopea, Luisa Corcione è impegnata sia nel mondo del teatro che in quello della pittura, ambiti dove ha riscosso lusinghieri riscontri tra i quali il Premio Fringe Festival per la drammaturgia e il Premio Fersen per l’innovazione e la ricerca.