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Fuori Campo sbarca nel Parco di Capo Colonna: il cinema incontra il mare, il sacro e il mito

Ritorna Fuori Campo 2022, la terza edizione della rassegna cinematografica itinerante di Rete Cinema Calabria. Sabato 20 agosto la rassegna che abbraccia cinema e archeologia per far convergere arti e valorizzazione del territorio, aprendo riflessioni e dibattiti che partono dalla memoria per immaginare il futuro,  approda in uno dei parchi archeologici più suggestivi della Calabria: il Parco Archeologico Nazionale di Capo Colonna (KR) con il quarto appuntamento, a ingresso gratuito, dal titolo “Heraion Lakinion. Il Mare, Il Sacro e Il Mito”.

L’evento, finanziato dal MiC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo e dalla Fondazione Calabria Film Commission attraverso l’Avviso pubblico per il sostegno alla realizzazione di festival e rassegne cinematografiche e audiovisive in Calabria 2022,  è realizzato grazie alla collaborazione del Ministero della Cultura – Direzione regionale Musei Calabria, RAM Film Festival, Calabria Movie International Short Film Festival e le Direzioni dei Musei e Parchi coinvolti.

Si parte alle 18:00 con la visita guidata nel Museo e Parco Archeologico di Capo Colonna con il direttore Gregorio Aversa, per poi proseguire nella cornice del suo anfiteatro con la consueta presentazione della rassegna a cura di Ernesto Orrico e il video racconto sul Parco a cura di Francesco Cristiano di Rete Cinema Calabria dal titolo “L’ultima colonna. La terra, il sacro, il mare, la memoria”.

Un reportage documentaristico a quattro voci, con le musiche originali di Costantino Rizzuti e realizzato grazie al supporto organizzativo di Ivana Russo e le ricerche storiche di Carmela Bilotto, che indaga, scava, racconta e riflette su uno degli ultimi baluardi delle nostre radici, quell’ultima, imponente, colonna che si erge sul promontorio a due passi dalla città di Crotone.

Alle ore 19:30 appuntamento con il seminario “L’Heraion del Capo Lacinio: il mito, il culto, il mare” tenuto dall’archeologa Maria Teresa Iannelli, responsabile della tutela e della ricerca archeologica nelle subcolonie locresi di Hipponion, di Medma, di Caulonia e di Mèthauros e del relativo territorio; ha allestito e diretto i Musei di Vibo Valentia, Rosarno, Monasterace e Gioia Tauro e i relativi parchi archeologici, promuovendo campagne di scavo e di studio anche in collaborazione con prestigiose Università italiane e straniere. Attualmente è Deputata della Storia Patria per la Calabria e direttrice della Casa/Museo Antonino Murmura di Vibo Valentia.

A seguire, verrà proiettato “Cracolice”, mockumentary surreale ambientato in Calabria, un progetto cinematografico indipendente ideato, scritto e diretto da Fabio Serpa, a cura del Calabria Movie Short Festival.  Cracolice, paesino marittimo del Tirreno, è tristemente noto alla cronaca per un evento scoppiato nei primi anni ’90, mai smentito né confermato: a seguito dell’approdo delle famose “navi dei veleni”, la popolazione giovane smise improvvisamente di crescere, creando degli eterni adolescenti. Come questo sia stato possibile, rimane ancora un mistero.

Da non perdere alle 20:15 “Il canto della sirena. Archeologia, progresso e tradizione”, il workshop a cura del regista Antonio Martino, vincitore nel 2007 del prestigioso Premio Ilaria Alpi per il suo primo documentario e co-fondatore della società di produzione Bo Film, su temi che legano archeologia e storia nel nostro territorio alla visione documentaristica di questi luoghi. «La costa ionica della Calabria fino a 60 anni fa era intatta – racconta Martino –. Gli archeologi che visitarono la Calabria ionica nel dopoguerra, restarono senza fiato nell’osservare quanto il patrimonio archeologico si fosse conservato. Ma solo con la riforma agraria, con la forzata industrializzazione del territorio e poi con il boom dell’edilizia abusiva, che iniziarono a venire fuori, seppur involontariamente, reperti archeologici inediti. Molti dei siti archeologici vennero completamente distrutti in nome del progresso. Reperti unici per valenza storica vennero dispersi oppure scavati abusivamente e venduti sul mercato nero, attirando “tombaroli” e ricattatori da tutta Italia. Tra questi, un pezzo unico nel suo genere: un Askos (Arpia) che testimonia direttamente la presenza di Pitagora a Crotone, trafugato e venduto sul mercato nero e finito nelle vetrine del Museo Getty di Malibu’».

La quarta tappa di Fuori Campo si chiuderà con la proiezione de “Il patrimonio sommerso. Un mistero sul fondo del mare” di Eugenio Farioli Vecchioli e Marta Saviane e prodotto da RAI Cultura, a cura del Ram Film Festival di Rovereto.  Un viaggio alla scoperta dello straordinario patrimonio sommerso nei nostri mari. La città di Baia, la nave di Albenga, il satiro danzante di Mazara del Vallo, l’incredibile scoperta dei rostri navali della battaglia delle Egadi: è la grande avventura dell’archeologia subacquea, nata in Italia negli anni ’50 grazie al pioniere Nino Lamboglia, e che ha trovato in Sebastiano Tusa, scomparso tragicamente nel 2019, un altro grande interprete.

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