«La dieta mediterranea rappresenta un potente veicolo di sviluppo. Unisce alimentazione, paesaggio, tradizioni e sostenibilità in un unico sistema culturale, che ha pure il riconoscimento UNESCO. Il patrimonio agroalimentare calabrese e della Locride, nello specifico, valorizza le piccole aziende, i prodotti identitari e pratiche agricole tradizionali, favorendo filiere corte, reti di comunità, un modello di turismo lento e, in generale, salute e benessere». Così il direttore del Gal Terre Locridee, Guido Mignolli, ha sottolineato l’importanza di valorizzare la dieta mediterranea, straordinaria risorsa di gusto e benessere della Calabria e anche della Locride, intervenendo, a Nicotera, allo Study Tour “Mediterranean Diet, Rural Contexts and Cultural Tourism”, promosso dall’International Cultural Tourism Committee di ICOMOS, appuntamento di livello internazionale che coinvolge esperti, studiosi e rappresentanti istituzionali provenienti da diversi Paesi. Al centro dell’incontro, il ruolo della dieta Mediterranea come motore di sviluppo culturale e turistico nelle aree rurali.
«È importante comprendere che la dieta mediterranea può assumere nello sviluppo locale un ruolo trainante. Con riferimento alla realtà della Locride, troviamo numerosi elementi a supporto di questa affermazione, ma possiamo indicarne tre essenziali – ha aggiunto Mignolli –. Il primo è la varietà, perché sappiamo bene come la dieta mediterranea possa essere declinata in diverse sfumature dalle comunità locali, privilegiando questo o quel prodotto a seconda della propria tradizione. Ed è uno degli elementi che maggiormente resistono alla globalizzazione e che rafforzano l’identità. Il secondo è il senso di comunità, sia a livello di incontro fra culture diverse, sia per le relazioni e la condivisione fra le persone. Il terzo è l’attrattività, dalle indagini territoriali – non scientifiche – che abbiamo fatto, emerge come il cibo sia il principale elemento di richiamo per il turismo. Un dato che rispecchia l’andamento nazionale in generale, ma che nella Locride é più evidente e netto. I visitatori arrivano da noi anche per il gusto del palato. Tutto questo ha un fattore fondamentale nell’autenticità della dieta mediterranea stessa, ossia quella dei nostri nonni, fatta di semplicità e genuinità, grazie a prodotti di qualità, come frutti ed erbe che oggi rischiano di scomparire e che il Gal sta recuperando con i “campi di salvataggio”, vere e proprie coltivazioni che arrivano direttamente dal passato».
E riportando il focus sul turismo, Mignolli ha detto: «Da questi elementi ha origine un indotto importante, le aziende diventano luoghi di visita con degustazioni narrative, laboratori, percorsi nei campi, esperienze “dall’orto alla tavola”, agrichef; le aree rurali si propongono come destinazioni di wellness naturale, offrendo menù mediterranei certificati, itinerari nutrizionali, integrandosi perfettamente con cammini e ciclovie, turismo del benessere, turismo culturale e dei borghi».
Il direttore del Gal Terre Locridee ha poi evidenziato un grande punto di forza offerto dalla biodiversità colturale dei nostri territori che dà corpo alla materia della nostra dieta mediterranea: «Siamo in uno dei territori più biodiversi del pianeta per le colture. I quattro parchi naturali in Calabria, di cui due proprio nella Locride, conservano il 30 per cento della biodiversità d’Europa. Questo fa del nostro cibo un tesoro prezioso», e ha concluso: «Non è solo “cosa si mangia” ad avere valore, ma anche tutto un sistema culturale: convivialità, stagionalità, biodiversità, saperi agricoli, artigianato, paesaggio agrario. Questo permette di costruire un brand territoriale forte: i nostri territorio diventano “luoghi autentici” dove vivere l’esperienza mediterranea, posizionandosi come destinazioni di eccellenza, salutari e sostenibili, capaci di attrarre un turismo di qualità tutto l’anno».
