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Rende (Tridico Presidente): “Restituiamo alla Regione una sanità pubblica efficiente, trasparente e vicina ai cittadini”

«Questa campagna elettorale sta diventando un referendum sulla sanità pubblica. E non potrebbe essere altrimenti: i problemi sono gravi, sotto gli occhi di tutti, e pesano ogni giorno sulla vita delle famiglie calabresi». Così Biancamaria Rende, candidata capolista della Lista del Presidente nella circoscrizione Nord a sostegno del professor Pasquale Tridico, apre la sua riflessione su uno dei temi cruciali per il futuro della Calabria. Restituire alla Regione una sanità pubblica efficiente, trasparente e vicina ai cittadini è la priorità di questa campagna elettorale. Un nodo irrisolto che da troppi anni penalizza cittadini, famiglie e territori. Liste d’attesa interminabili, ospedali chiusi o mai completati, personale insufficiente e costretto a lavorare in condizioni complicate: i calabresi conoscono ogni giorno il peso di un sistema che non funziona.

Per Biancamaria Rende, il punto di partenza è la consapevolezza che la Calabria ha vissuto per quindici anni sotto il peso di un modello fallimentare. «Mentre Agazio Loiero, nel 2009, era riuscito a evitare il commissariamento negoziando con l’AGENAS un Piano di rientro per un debito già allora consistente, al momento del suo insediamento Scopelliti prese due decisioni: chiudere 18 strutture ospedaliere e richiedere personalmente il commissariamento della sanità calabrese, assumendo per sé il ruolo di Commissario. Un privilegio condiviso solo da Occhiuto e da nessun altro presidente regionale, anzi, nel suo caso ulteriormente rafforzato dai Decreti Calabria e Calabria Bis. A oltre quindici anni di distanza, si può affermare con certezza che il Piano di rientro ha aggravato notevolmente la crisi della sanità calabrese: il debito è costantemente aumentato, e l’addizionale IRPEF regionale non solo resta elevata, ma è fissa, senza gradualità per fasce di reddito né possibilità di detrazioni, come invece avviene nella maggior parte delle altre regioni».

Per Rende il tempo delle denunce deve trasformarsi in un programma di riforma concreto: «Non sono più rinviabili: la fine immediata del Commissariamento, che ha dimostrato tutta la sua inefficacia; un vero programma di risanamento del debito, con il sostegno del Governo centrale, che non gravi ancora una volta sulle spalle dei cittadini; la piena assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni e della politica, per costruire finalmente una gestione sanitaria trasparente, efficiente e vicina ai bisogni reali delle persone».

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