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Veronese: “No al paragone vergognoso con il Vajont: il Ponte sullo Stretto è un’opera sicura e strategica, progettata con i migliori tecnici”

“In qualità di Presidente dell’Associazione Amici del Ponte sullo Stretto, non posso rimanere in silenzio di fronte alle recenti dichiarazioni del geologo Mario Tozzi, che ha paragonato il Ponte sullo Stretto di Messina alla tragedia della diga del Vajont.

Ognuno è libero di esprimere la propria opinione su un’opera pubblica, di essere favorevole o contrario, ma c’è un limite etico invalicabile: non si usano tragedie reali, con migliaia di vittime, per alimentare polemiche politiche o ideologiche. È un modo vergognoso di affrontare il dibattito e una mancanza di rispetto verso la memoria di chi ha perso la vita in quella catastrofe.

Il Ponte sullo Stretto non è un’opera improvvisata. È il frutto di anni di studi, progettazioni e verifiche condotte da ingegneri, geologi, sismologi e aerodinamici di livello internazionale, sotto il coordinamento della Società Stretto di Messina S.p.A. e con la supervisione del Ministero delle Infrastrutture.

Dai documenti ufficiali, disponibili pubblicamente, emerge che:

  • La progettazione esecutiva integra le più avanzate tecnologie antisismiche, con calcoli che tengono conto dei massimi eventi sismici attesi nell’area, ben oltre i requisiti minimi previsti dalle norme italiane ed europee.
  • test in galleria del vento hanno verificato la stabilità del ponte anche in condizioni estreme di raffiche e turbolenze, garantendo la sicurezza del traffico veicolare e ferroviario.
  • Il ponte consentirà di ridurre drasticamente il traffico dei TIR nei centri urbani di Messina e Villa San Giovanni, con benefici concreti in termini di riduzione delle emissioni di CO₂, ossidi di azoto e polveri sottili.
  • La struttura sarà dotata di sistemi di monitoraggio continuo per controllare in tempo reale ogni sollecitazione e garantire interventi immediati in caso di necessità.

 

Si tratta quindi di un’opera moderna, sicura e sostenibile, progettata per essere un volano di sviluppo e integrazione tra Sicilia e continente e non certo di un azzardo tecnico come fu purtroppo la diga del Vajont, costruita in un contesto storico e tecnologico incomparabile con quello attuale.

E c’è un altro aspetto che non si può ignorare: guarda caso, le grandi opere in Italia incontrano le polemiche più feroci e i presunti “allarmi tecnici” soprattutto quando devono essere realizzate al Sud. Quando si costruiscono al Nord, tutto si supera in fretta, i cantieri vanno avanti e le soluzioni si trovano; quando invece si tratta di portare infrastrutture strategiche al Mezzogiorno, ogni giorno spuntano nuove paure, paragoni impropri e ostacoli pretestuosi. È un atteggiamento che, di fatto, perpetua il divario infrastrutturale tra Nord e Sud, condannando intere Regioni a restare indietro.

Invito tutti, anche chi è contrario al Ponte, a mantenere il confronto su un piano civile e fondato sui dati reali, senza ricorrere a paragoni impropri e dolorosi. Le infrastrutture si valutano con competenza tecnica e visione strategica, non con la retorica del disastro”.

Così in una nota il presidente Simone Veronese.

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