È passato un anno dal femminicidio di Giulia Cecchettin e altri nomi si sono aggiunti, e rimasti
anonimi, di ragazze, adulte, anziane, persone trans uccise. Ad oggi sono 104 i femminicidi,
trans*cidi e lesbi*cidi.
È passato un anno e non ci siamo mai fermate, la nostra rabbia resta enorme!
Scendiamo in piazza il 25N non per ritualità ma perché è sempre più urgente in questo paese
rifiutare l’oppressione, la vergogna, la guerra che ci viene imposta. Scendiamo in piazza per
manifestare la nostra rivolta alla violenza patriarcale e alla deriva identitaria e autoritaria che la
sostiene e giustifica.
L’attacco subdolo all’aborto sancisce l’alleanza con le organizzazioni antiabortiste e passa per lo
smantellamento dei consultori, dei reparti IVG e per il disinvestimento sulla RU486
Le propagandate politiche a sostegno della famiglia e del lavoro femminile si rivelano per quello
che sono: misure spicciole e frammentate che tagliano fuori famiglie non conformi, lavorator3
precari3 e disoccupat3
Scendiamo in piazza al grido “Disarmiamo il patriarcato” perché abbiamo altre priorità che la logica
geopolitica cancella: lottiamo contro la violenza e la cultura dello stupro che ci opprimono, contro i
confini interni e esterni, contro la militarizzazione dei territori e la devastazione ambientale ormai
dispiegate e presenti nel nostro quotidiano.
Disarmiamo il patriarcato, per fermare la guerra, nelle case, sui corpi, sui territori e sulle nostre
vite.
Ci vogliamo viv3, liber3, arrabbiat3 perchè insieme siamo più forti.
Ci volete vittime, saremo marea!
“Disarmiamo il patriarcato!”: il 25 novembre manifestazione a Lamezia
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