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Archiviata indagine sull’ex sindaco di Vibo Valentia, Maria Limardo, per demolizione manufatto

Doppia archiviazione per l’ex sindaca di Vibo Valentia Maria Limardo, l’ex dirigente comunale Adriana Teti e l’attuale funzionario Andrea Nocita, dalle accuse mosse a vario titolo di abuso d’ufficio, omissione d’atti d’ufficio, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atto pubblico e disastro ambientale. Lo ha deciso il gip di Vibo Barbara Borrelli, su richiesta delle difese nonché dello stesso pubblico ministero e chiude una vicenda che andava avanti da tre anni.

La vicenda trae origine dall’avvio del procedimento amministrativo funzionale alla demolizione e susseguente acquisizione dell’area al patrimonio comunale, di un’opera abusiva realizzata a Vibo Marina, in località Pennello, sulla quale era sorto un parco giochi. Un evento al quale avevano preso parte oltre all’ex giunta municipale anche le più alte cariche istituzionali e militari della provincia proprio per l’importanza che ricopriva e che dava seguito all’azione di contrasto dell’abusivismo edilizio avviato da Limardo.

A seguito della demolizione del fabbricato – del quale vi era solo lo scheletro – l’occupante dell’area, che sosteneva di possedere fin dagli anni ’50, Carmine Forelli aveva sporto denuncia sostenendo che le opere di demolizione avevano avuto inizio in assenza di regolare notifica dell’ordinanza di sgombero e inoltre che non vi fosse “alcuna procedura legittimante l’agire dell’Amministrazione, ritenendo “illegittima l’avvenuta demolizione in costanza di domanda di condono edilizio”.

Il disastro ambientale, poi, veniva prospettato in ragione del fatto che il materiale impiegato per ripianare l’area, sulla quale è poi sorta una piazza con parco giochi, potesse inquinare le falde acquifere. La vicenda era così finita davanti al gip che aveva archiviato, anche su richiesta del pm, il procedimento. Ma la parte offesa – assistita dall’avvocato Marco Talarico, attuale assessore comunale della giunta Romeo – si era opposta e pertanto la causa era andata avanti.

Fino ad oggi quando il magistrato ha confermato la decisione precedente evidenziando come “all’esito delle indagini la vicenda risulta priva di rilievo penale, atteso che gli indagati nello svolgimento delle loro funzioni hanno portato a compimento l’iter amministrativo finalizzato alla demolizione di un’opera pubblica abusiva, ripristinando lo stato dei luoghi e realizzando, in luogo del predetto immobile, previa acquisizione dell’area al patrimonio comunale, un’opera con finalità pubblicistiche”.

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