Straordinaria partecipazione di pubblico e una serata dalle suggestioni antiche: “I sette conto Tebe” emozionano e animano il Teatro Greco Romano del Parco Archeologico Nazionale di Locri Epizefiri.
L’evento teatrale, promosso dalla Città metropolitana di Reggio Calabria con la collaborazione della Direzione regionale Musei Calabria e dei Comuni di Locri e Portigliola nell’ambito delle celebrazioni per il 50° anniversario del ritrovamento dei Bronzi di Riace, ha emozionato un pubblico eterogeneo per età e provenienza con la messa in scena dell’ultima opera del Ciclo Tebano di Eschilo a cura del Centro Teatrale Meridionale diretto dal regista e attore da Domenico Pantano. È la tragedia dell’orrore della guerra, del compimento della terribile maledizione del genos di Edipo: la sua stirpe infatti è segnata da antiche colpe che, in una perversa concatenazione di eventi, si riproducono e moltiplicano. Le colpe dei padri, così come i loro meriti, ricadono sempre sui figli. La messa in scena, a cura di Nicasio Anzelmo, è stato un omaggio all’adattamento di Aurelio Pes, scrittore, drammaturgo e critico musicale palermitano scomparso nel 2020 che ha saputo cristallizzare, con potenza evocativa, il male intrinseco alla vita dell’uomo e la caducità dell’essere umano di fronte al fato.
«Nonostante le difficoltà che viviamo ogni giorno per la drammatica carenza di personale, anche quest’anno siamo riusciti ad offrire ai nostri visitatori l’esperienza unica di assistere alla grande tragedia classica nel luogo in cui è nata, il teatro greco romano di Locri Epizefiri – ha commentato dal Direttrice del Parco Archeologico Nazionale di Locri Elena Trunfio – Per gli antichi locresi il teatro era il più alto rituale sociale e questa sera abbiamo voluto ricreare la suggestione di quel momento».
Lo spettacolo ha vantato la collaborazione del prestigioso Festival Dionisiache di Segesta e ha visto la partecipazione di attori di altissimo livello: Lorenzo Parrotto (Eteocle), Roberta Azzarone (Antigone), Giovanni Carta (Creonte, Tiresia), con la partecipazione dello stesso Domenico Pantano (Ermocrate), e con Anna Lisa Amodio, Giovanni Di Lonardo, Nicolò Giacalone, Monica Guazzini, Mimma Mercurio, Matteo Munari, Nino Palmeri, Giacomo Stallone. Un cast d’eccezione dunque, per un luogo di una suggestione impareggiabile. Il teatro greco romano sito entro il Parco Archeologico Nazionale di Locri, infatti, tra i pochi teatri antichi così ben conservati in Calabria, fu riportato alla luce nel 1940 da Paolo Enrico Arias e le esplorazioni proseguirono negli anni ‘50 con Alfonso De Franciscis. La struttura, costruita nel IV sec. a.C. e rimaneggiata sostanzialmente durante la fase romana della città, poteva contenere fino a 4500 posti a sedere.
«La realizzazione di questo spettacolo è stata possibile grazie ad uno sforzo comune con tutte le forze del territorio: voglio ringraziare per questo la Città metropolitana di RC, i comune di Locri e Portigliola per la sempre proficua collaborazione, Calabria verde per il supporto nella pulizia dei luoghi e il Centro teatrale meridionale per averci donato una serata indimenticabile – ha concluso Trunfio – Sono lieta che il Parco Archeologico, oltre che eccezionale luogo di eventi culturali, stia anche diventando un simbolo della collaborazione tra enti e del “fare rete” che rappresenta l’unica strada per la vera valorizzazione del nostro territorio».
Un’esperienza di elevata qualità e ottimo riscontro di pubblico, dunque, che, unita alle precedenti programmazioni degli anni scorsi, dimostra che anche il sito locrese potrebbe divenire il centro di promozione del teatro classico per eccellenza della regione, seguendo i modelli già sperimentati, ad esempio, nella vicina Sicilia.