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Cinema Manzoniano a Catanzaro, la Colonna infame e gli Anni di piombo

Ricordare l’opera di un grande del pensiero, celebrandone la modernità. Questo è stato
l’intento della Cineteca della  Calabria presieduta dal regista Eugenio Attanasio, e del  Comitato di Catanzaro della  “Società Dante Alighieri”,  presieduto dalla prof.ssa Teresa Rizzo, nell’organizzazione dell’importante incontro culturale svoltosi al Nuovo Supercinema di Catanzaro in occasione della ricorrenza dei 150 anni dalla morte di Alessandro Manzoni.
L’evento ha avuto come momento centrale la proiezione del film ‘Storia della colonna infame’, diretto da Nelo Risi nel 1973 e tratto dall’omonimo saggio storico di Alessandro Manzoni. Ha preceduto la proiezione del film l’introduzione della prof.ssa Raimonda Bruno, la quale si è soffermata sull’analisi della figura di Manzoni, autore prevalentemente relegato allo studio in mbito scolastico, in cui riconoscere un intellettuale profondamente inquieto che non risolve le sue tensioni nella fede, ma che si pone in un atteggiamento di continua ricerca di senso, indagando costantemente gli effetti della presenza del male nel mondo.
Questo è ciò che fa anche nella ‘Storia della colonna infame’, saggio storico in cui analizza con lucidità il rapporto tra potere e amministrazione della giustizia, partendo dallo studio degli estratti degli atti del processo cui furono sottoposti due milanesi accusati di essere untori, e poi per questo condannati a morte dopo essere stati brutalmente torturati, nella Milano del 1630 dominata dagli Spagnoli, sconvolta dalla peste e lacerata dalle tensioni sociali. La docente si è soffermata sull’introduzione redatta da Leonardo Sciascia, con il titolo ‘I burocrati del male’ per la pubblicazione della sceneggiatura del film, scritta da Nelo Risi insieme a Vasco Pratolini. In essa Sciascia, con un’esortazione che riguarda l’uomo di tutti i tempi, difende energicamente la denuncia sociale e giudiziaria portata avanti da Manzoni, il quale nega l’onestà dei giudici nella condanna a morte di due persone evidentemente innocenti, mettendo in guardia contro il rischio che ‘cattivi governi’ cerchino sempre dei capri espiatori, cui addossare la responsabilità dei propri fallimenti, ed evidenziando il rischio di un ‘fascismo’ sempre presente che può talvolta
manifestarsi sotto forma di una giustizia sommaria anche nei tempi moderni, apparentemente lontani dall’ignoranza e dalla superstizione del Seicento.
Dopo la proiezione del film è intervenuto Eugenio Attanasio, Presidente della Cineteca di
Calabria, il quale si è soffermato su alcuni aspetti tecnici della pellicola consentendo di
coglierne tratti specifici, anche in relazione al tempo in cui fu girata, i cosiddetti ‘anni di piombo’, in cui in Italia l’estremizzazione della dialettica politica scaturì in manifestazioni di piazza violente, lotta armata e terrorismo.
L’insostituibile e meritoria attività culturale svolta da decenni della Società Dante Alighieri, presieduta da Teresa Rizzo, e dalla Cineteca della Calabria presieduta da Eugenio Attanasio, da sempre viene messa in rilievo e divulgata da Luigi Stanizzi della Presidenza regionale del Sindacato Libero Scrittori Italiani. Lo stringente parallelismo tra la realtà storica degli Anni di Piombo e quella lin cui si svolge la vicenda illustrata da Manzoni, nella sua ‘Storia della colonna infame’, ha dato origine a un vivace dibattito tra i numerosi presenti nella sala cinematografica, consentendo di apprezzare come l’uso di linguaggi differenti, nel caso dell’evento specifico quello letterario e quello cinematografico, arricchisca e stimoli un dibattito civile e politico sempre utile e necessario.
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