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“Questo mi è nuovo, non l’ho mai picchiato prima”

di Paolo Ficara“Abbiamo voluto meglio precisare la compatibilità per chiarire ed evitare forme di utilizzo deviato del codice della crisi d’impresa, con una norma che chiarisce appieno quali sono i confini del favor legislativo rispetto all’esigenza del mondo del calcio sancito dall’articolo 12 della Legge 91 che è quello della salvaguardia dei valori della competizione sportiva, quindi non consentire a società che sono in pieno stato di insolvenza di alterare la competizione sportiva”.

Con queste parole Gabriele Gravina, presidente della Figc, ha voluto spiegare meglio il contenuto dei provvedimenti approvati in Consiglio Federale, in attesa della loro definitiva promulgazione. Ad un paio di giorni da una sentenza sicuramente mite per la Reggina, in attesa delle motivazioni, per la scadenza non onorata lo scorso febbraio con l’alibi – sicuramente ferrea oltre che legale – del Tribunale, arriva una netta e tranciante presa di posizione.

Ed arriva direttamente dal numero uno. Il quale non avrebbe fatto bella figura, a farsi spernacchiare dal numero zero.

Infatti Felice Saladini, oltre ad aver sfidato l’ordinamento sportivo sul sottile equilibrio con le norme statali, lo ha fatto da ultimo arrivato nel calcio professionistico. Per carità, avvalendosi di fior di professionisti. Specie chi gli porta avanti una ammirevole e fiera propaganda mediatica, fin qui performante in ottima percentuale sulle menti del popolo bue. Il resto lo hanno fatto gli imbeccati: o forse sarebbe meglio definirli imboccati, dopo il piattino consumato in riva al mare.

La presa di posizione da parte di Gravina, ci richiama alla mente la scorribanda del bandito Mezcal alla mensa dei mormoni, in una celebre scena del film Lo chiamavano Trinità. Quando, al cospetto di Bud Spencer, esclama: “Questo mi è nuovo, non l’ho mai picchiato prima”.

Ora, al tifoso medio – senza offesa – è stato fatto credere che davanti alla Figc ci fosse davvero Bud Spencer e non il suo doppiatore o la controfigura, capace di tramortire con un paio di sonori schiaffi i cattivi della Federcalcio. Magari brandendo con una mano il codice di crisi impresa, o stringendo la figurina di Jean-Marc Bosman nell’altra.

E ci si è riusciti anche rintuzzando in maniera ufficiosa lo sbugiardamento principe: ossia quel Federico Santander che dal Paraguay se ne esce cantando, circa gli stipendi non versati. Non versati da una società che fino a poche settimane prima, sosteneva di essere a postissimo sotto questo punto di vista.

Siamo nella fase in cui la Figc, al pari di Mezcal, si sta sputacchiando le mani prima di procedere con lo sganassone. Se la Reggina si sente ancora sicura di sé come lo sceriffo di Trinità, potrà proseguire sulla propria strada e continuare ossequiosa sulle indicazioni del Tribunale fallimentare. Anche se prima o poi vorremo capire come sia possibile non versare le tasse ma stipulare ex novo o prolungare contratti con i dirigenti. Sapendo che tale percorso si può intersecare, in teoria, finanche alla data dell’iscrizione alla prossima stagione sportiva.

E su questo tema, dopo le dichiarazioni di Gravina come se non fosse bastato il comunicato post Consiglio Federale, deve quantomeno sorgere il dubbio. Se per iscriversi alla stagione attualmente in corso, l’attuale proprietà ha – e gliene abbiamo dato il giusto merito – versato circa tre milioni per chiudere i conti con il campionato 2021/22, a fine giugno 2023 ne serviranno almeno altri sette. Proprio per compensare tutto ciò che ad oggi, con l’alibi – legale – del Tribunale, non si è versato nella stagione in corso. Gestione corrente, quindi.

Forse può apparire antipatica una sottolineatura, ma tant’è. I tre milioni del giugno 2022 sono sicuramente serviti a coprire delle somme che, a quella data, non erano state versate dalla precedente gestione. Alla stessa maniera lo stipendio di Santander, la rata 2023 del Sant’Agata o le procure agli agenti come Alessandro Moggi per Obi ed Agostinelli presi l’estate scorsa, non sono mica debiti di Luca Gallo.

La panacea di tutti i mali è affidata a Pippo Inzaghi ed ai suoi uomini. Andare in Serie A vincendo i playoff, aprirebbe altri scenari e solidificherebbe l’immediato futuro della Reggina. La squadra va sostenuta a gran voce nelle ultime cinque gare di Serie B, sperando in una coda specie se arriverà uno sconto sull’attuale handicap. Ma tra studio Tonucci ed i compensi elargiti ad altri illustri avvocati al servizio del club, forse si faceva prima a pagare lo stipendio a Santander.

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