Il progetto dei “Libri sensoriali per bambini disabili e non”, ideato e coordinato dall’Associazione Culturale Arteterapia Zefiroart, guidata da Carmela Salvatore, è un esempio concreto di inclusione culturale, scolastica e sociale a cui si aggiunge l’aspetto altrettanto importanti dell’inclusione dei detenuti. Ecco perché l’Amministrazione Comunale della Città di Gerace, guidata dal Sindaco Giuseppe Pezzimenti, ha fortemente voluto presentare l’iniziativa insieme all’ideatrice del progetto e il Direttore della Cittadella Vescovile Giuseppe Mantella in un luogo di particolare valenza storico-culturale qual è la sala dell’Arazzo posta all’interno del Museo Diocesano di Gerace.
Il direttore Giuseppe Mantella ha aperto i lavori portando i saluti di S.E. il vescovo Francesco Oliva ed ha evidenziato la particolarità del luogo i cui si è presentato il progetto e si sono portati, per la prima volta, i libri sensoriali abilmente composti da alcuni detenuti della Casa Circondariale di Locri: «Ci troviamo dinanzi ad un vero progetto di inclusione – ha detto il direttore Mantella – e lo si rende pubblico qui dove in questi ultimi anni l’arte è divenuta il centro di una realtà del tutto nuova che, con Arte e Fede, valorizza i beni culturali non solo locali creando i presupposti per dar vita ad un vero centro del Mediterraneo non solo per i beni artistici e architettonici ma anche punto di riferimento di legalità e inclusione quale vera rinascita del nostro territorio».
«Ci sono associazioni del “terzo settore” che lavorano senza clamori e sono quelle che, come l’Arteterapia Zefiroart, rappresentano il volontariato puro», ha esordito il Vice Sindaco Salvatore Galluzzo, in rappresentanza dell’Amministrazione comunale insieme al capogruppo di maggioranza Michele Orlando.
Il Vice sindaco Galluzzo ha, inoltre, ribadito l’importanza che assume la stretta sinergia con il Museo Diocesano, in particolare, con la Cittadella Vescovile, con la quale sono in itinere numerosi progetti di riqualificazione e di innovazione: «Abbiamo iniziato un percorso insieme per dare un maggiore lustro a Gerace – ha aggiunto – e in questo contesto di rinnovamento ci sono progetti con protagonisti associazioni dinamiche come nel caso dell’Arteterapia Zefiroart e la sua presidente Carmela Salvatore, che oggi ha dato prova di come si crea una vera rete territoriale presentano gli esiti di un lavoro speciale dedicato a bambini disabili e non, curato all’interno dell’Istituto Penitenziario, che aggiunge un ulteriore valore al prodotto finito». «Abbiamo colto questa occasione – ha concluso Galluzzo – dopo che lo scorso anno Carmela Salvatore ha presentato a Gerace il progetto “Maternità e Sacralità”, la mostra itinerante realizzata con la metà dei quadri dipinti dai detenuti della Casa Circondariale».
È stata poi la volta di Carmela Salvatore, che dopo aver ringraziato le autorità presenti nonché la Direzione e l’Area Educativa Casa Circondariale di Locri e il Reparto di Pediatria dell’Ospedale di Locri, diretto dal primario Antonio Musolino, ha ripercorso i tratti salienti del progetto: «È un’iniziativa che si affianca a molti altri progetti interessanti, tutti realizzati grazie al lavoro dei detenuti. I libri sensoriali per bambini disabili e normodotati sono il riconoscimento del lavoro svolto dai detenuti del Carcere di Locri. Sono un’esperienza forte, dunque ci hanno convinto. Entrare in un carcere ci permette di vedere un mondo escluso, un mondo di sofferenza in cui le persone che si incontrano spesso mostrano grande rispetto e motivazione per il lavoro proposto. Il progetto è nato mescolando la passione dei laboratori per l’infanzia di “Favole e Fiabe” assieme all’esperienza all’interno del carcere di volontariato». «Dopo avere ascoltato indicazioni, letture e guardato video tutorial di una selezione di libri, i detenuti (un gruppo maschile eterogeneo per età, per cultura, provenienza sociale ed etnica) – ha aggiunto Carmela Salvatore – hanno deciso quali storie realizzare. Dunque, sono nati i libri in pannolenci, stoffa e carta che raccontano, insegnano e fanno giocare i bambini. In questa circostanza si è utilizzato il libro come mezzo per il fine ultimo che è il diritto di ognuno di imparare e che in questo caso è anche un modo per abbattere barriere e creare legami con fili invisibili tra persone con vite completamente diverse: è una forma di inclusione nell’inclusione». «Come da un seme piantato in terra fertile – ha concluso Carmela Salvatore – da questa iniziativa potrebbero nascerne altre. La prima idea è quella di riproporre e replicare la creazione di un laboratorio stabile, la seconda è che i libri vengano riprodotti in altre copie e quindi distribuiti gratuitamente ad altrettante strutture sanitarie ed anche in istituzioni che operano per la promozione della lettura e dell’integrazione sociale e scolastica di bambini con differenti abilità».