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Il Comitato #Reggiononsibroglia: “A due anni e passa di distanza dai noti fatti, è giunta l’ora di fare chiarezza sulla vicenda”

Riceviamo e pubblichiamo:

“E’ palese il tentativo di incanalare la discussione sulla Legge Severino da parte politica che ha detto NO alla volontà abrogativa del referendum, cercando così di far passare il reo come vittima della Giustizia. Per gli stessi soloni improvvisati giuristi, il medesimo principio non è mai valso per i rei di parte politica avversa.

Ma vi è una vicenda, che intacca la legittimità stessa di tutta l’amministrazione comunale e che, tatticamente, si è voluto prima confinare in un dibattito quasi rionale e, successivamente, si è abbandonata nell’oblio politico.

Eppure sono trascorsi oltre due anni dalle taroccate elezioni comunali a Reggio Calabria che hanno determinato una maggioranza politica evidentemente falsata rispetto alla realtà dei fatti. Nel frattempo, a rompere la coltre di nebbia dalle parti di palazzo San Giorgio, è giunta la notizia della conferma in appello della condanna inflitta a sindaco e mezza giunta comunale.

La questione relativa all’affidamento non regolare di un bene del Comune costituisce una fattispecie di reato, e quindi va punito, su questo non si discute, ma allo stesso tempo si deve essere consapevoli che ben altre vicende avrebbero diritto di essere poste all’attenzione dell’opinione pubblica, magistratura compresa, come in effetti è stato fatto, ma solo a sprazzi.

Perché? Noi ad oggi non riusciamo ancora a spiegarcelo, eppure fatti, testimonianze, riscontri, indagini e provvedimenti cautelari (ancora in corso), hanno reso evidente che le elezioni del 21 settembre 2020 sono state truccate, falsandone il regolare esito.

Ci sono dei rei confessi, con tanto di verbali, eppure ad oggi questa assurda cappa di silenzio continua ad essere volutamente calata sulla questione.

Cui prodest, oltre alla sinistra (?) reggina al potere? Ci saremmo attesi maggiore collaborazione di Prefetto e istituzioni, a cui ci siamo prontamente rivolti in passato, ma tutto tace anche da quelle parti, alquanto inspiegabilmente.

Se in tempi ancora più lontani del 2020, il Governo centrale si dimostrò pronto ad intervenire, nell’ambito della discrezionalità ad esso riservato, l’esecutivo appena mandato in pensione dagli elettori nulla ha fatto a queste latitudini, su una vicenda quantomeno indecorosa. Ora, non resta che nutrire fiducia nel nuovo governo a guida Giorgia Meloni che approfondisca come sia stata possibile una falla così grave nella macchina elettorale.

A lei e ai suoi collaboratori, oltre che alla magistratura reggina che ha sempre in mano le indagini, ci sentiamo di rivolgere un nuovo sentito appello: fate chiarezza su ciò che è avvenuto due anni fa dentro decine di seggi elettorali ed all’interno della macchina burocratica e politica di palazzo San Giorgio. Non si lasci impuniti e a passeggio per la città tutti coloro che si sono resi protagonisti di comportamenti criminali. Quale fiducia potranno mai avere i reggini nei confronti dello Stato, se dopo aver letto pagine e pagine di verbali e intercettazioni, i responsabili dei brogli elettori continuano a circolare a distanza di anni liberi e indisturbati?

Può governare, cosa ancora più grave per la città, una parte politica che ha avuto l’ardire di truccare le elezioni godendo di migliaia di voti irregolari a favore? Ma davvero a pagare per tutto ciò saranno solo la Reggio onesta e mal governata da degli abusivi? E’ gravissimo non tutelare, politicamente ancor prima che giudiziariamente, le regole della Democrazia.

Alterare le elezioni rappresenta il passo senza ritorno che genera la sfiducia totale dei cittadini nelle Istituzioni ed il viatico per generare in chi governa una Città l’idea che tutto sia, impunemente, concesso come nella vicenda Miramare; una vicenda che ha coinvolto tutto Palazzo san Giorgio e che pur non connessa con l’evento Brogli si può inquadrare un modus operandi di certa politica che in questi anni ha operato in spregio alla norme basilari dello Stato sulla pubblica amministrazione, altro che problema Legge Severino…”.

Il Comitato #Reggiononsibroglia

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