Quali strumenti abbiamo oggi per contrastare la cultura mafiosa? Come trasformare la memoria in azione concreta? A queste domande cercherà di rispondere il talk “Pratiche dell’antimafia fra trasformazione culturale e attivismo”, organizzato dal Collettivo dell’Aula Studio Liberata dell’Università della Calabria. L’evento si terrà giovedì 20 marzo, alle ore 18:00, presso il cubo 18C, aula F4.
L’iniziativa si inserisce nell’ambito della Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime di mafia, istituita nel 1996 e celebrata ogni 21 marzo. L’obiettivo è riflettere su strategie quotidiane per combattere il fenomeno mafioso e costruire alternative concrete sui territori.
«La Giornata della Memoria non può essere solo un ricordo sterile, ma un’occasione per interrogarci sul presente» – dichiarano le ragazze e i ragazzi del Collettivo. «Oggi la mafia non è più solo quella della lupara, ma è sempre più intrecciata con il capitale finanziario e il potere politico. Per contrastarla servono pratiche sociali dal basso, che costruiscano alternative reali alla criminalità organizzata e all’antimafia di facciata. Educazione, consapevolezza e impegno collettivo sono le vere armi per sradicare la cultura mafiosa».
Il dibattito vedrà la partecipazione di Ari Anello, militante e formatrice della Fondazione Trame ETS di Lamezia Terme (CZ), impegnata da anni nell’antimafia sociale e nell’azione diretta contro la ‘ndrangheta, e di Giancarlo Costabile, docente Unical e promotore del progetto Pedagogia dell’Antimafia, che propone un modello educativo per contrastare le mafie attraverso la formazione e l’attivismo culturale.