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Giovanni Strangis (ANM): “La collaborazione, strumento giuridico essenziale per rivelare verità nascoste”

 “Il fenomeno della collaborazione rappresenta un istituto giuridico ancora in fase di evoluzione, sia sotto il profilo normativo che giurisprudenziale. Tuttavia, si tratta di uno strumento che ha permesso di risolvere numerosi casi complessi, portando alla luce verità che altrimenti sarebbero rimaste sepolte” È quanto dichiarato da Giovanni Strangis, dell’Associazione Nazionale Magistrati, durante la presentazione del volume di Paride Leporace, Toghe rosso sangue. La storia dei magistrati assassinati in Italia che ha avuto luogo al Festival di Trame in occasione del cinquantesimo anniversario della morte del magistrato Francesco Ferlaino.

“La collaborazione, pur avendo alcune similitudini con un patto, è regolata da una normativa rigorosa che ne definisce chiaramente le procedure. In situazioni delicate come quella di Brusca, l’osservanza di tali normative assume un’importanza ancora maggiore, soprattutto quando i risultati della collaborazione si rivelano fondamentali. È essenziale precisare che la collaborazione non implica necessariamente un pentimento. In alcuni casi, i collaboratori scelgono di parlare anche per un senso di abbandono da parte del loro gruppo criminale, ma ciò non compromette la validità delle loro dichiarazioni. È cruciale che l’opinione pubblica comprenda la realtà dei fatti: il processo di collaborazione è disciplinato da leggi precise che ne assicurano l’affidabilità. Ogni collaboratore ha infatti l’obbligo di rivelare tutto ciò che sa entro 180 giorni. Nel caso in cui emergano dichiarazioni tardive, è necessario fornire una motivazione chiara che giustifichi il ritardo, al fine di garantire la trasparenza e la veridicità del processo.”

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