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Katya Gentile: “Precari ancora senza lavoro nonostante la legge regionale n. 6 del 2023. Dirigenti Cittadella applichino norma”

“A nulla sono servite le numerose riunioni svoltesi prima e dopo l’estate in cui il bravo
assessore Giovanni Calabrese ha convocato i dirigenti e le organizzazioni sindacali e a
cui ho partecipato io stessa. Ogni volta una scusa diversa. La tragicommedia in atto
ormai da anni potrebbe tranquillamente intitolarsi “Il gioco delle parti”. Il teatro è la
Regione Calabria, registi e protagonisti alcuni dirigenti del “deep state” che conta in
Regione. E non sono servite a nulla neanche le reprimende del presidente Roberto
Occhiuto che, durante un incontro tenutosi i primi giorni di ottobre, ancora una volta
ribadiva ai dirigenti competenti, qualora ce ne fosse bisogno, l’importanza di dar
seguito ad una legge approvata dal Consiglio regionale, concordando nuovamente il
percorso da seguire per attuare la legge n. 6 del 2023, in favore dei precari ex Legge
12/2014 che “dovrebbe” reintegrarli nel mondo del lavoro, continua a restare al palo
per un nuovo problema “tecnico”.

Quello che mi preme sottolineare e sul quale non transigo, è che una legge approvata
all’unanimità dal Consiglio regionale, organo sovrano in materia legislativa, venga
totalmente disapplicata per il capriccio di qualche dirigente che utilizza la tattica del
rimpallo, del temporeggiamento e del rinvio come sta accadendo. Addirittura,
nell’ultima riunione di settembre, mi era stato sottoposto un emendamento da
portare in Consiglio regionale con cui si sarebbe, praticamente, ripartiti da zero.
È inaccettabile che, trascorsi otto mesi, ancora a novembre non sia stata attuata una
norma che non ha subito rilievi e impugnative da parte del Cdm, checché ne dica il
dott. Marizio Nicolai, direttore della Programmazione unitaria, nei confronti del
quale, semmai, vanno addebitati ritardi e rallentamenti.

Eppure solo a leggere il titolo della legge “misure urgenti per l’attività di
affiancamento nell’attuazione del Pnrr e dei fondi Sie” viene da pensare che sia
improcrastinabile. E lo è almeno per due ordini di ragioni. Attraverso la corretta
attuazione di questa legge, infatti:
1) si conferisce personale di supporto agli enti locali con l’obiettivo della messa a terra
del Pnrr (scadenza 2026 e noi ancora dobbiamo partire) e personale di supporto ai
dipartimenti regionali per la spesa e la rendicontazione dei fondi Sie;
2) si reimmettono sul mercato del lavoro circa 200 lavoratori, destinatarii di due leggi
regionali del 2014, poi abbandonato per anni in un limbo di mortificazioni e
umiliazioni.

Non ci lamentiamo dunque, se la Calabria non riesce a fare spesa e se troppo spesso
i fondi comunitari e nazionali tornano indietro. In un mondo in cui tutto è sovvertito,
dove i governi politici si avvicendano mentre la classe dirigente è sempre uguale,
questa è la prova plastica che l’esercizio del potere di qualche dirigente ha maggior
peso di quello politico e che spesso la politica non è direttamente responsabile, se
non per un obbligo in vigilando, delle inosservanze commesse da dirigenti troppo
convinti della superiorità delle proprie idee contorte. Tuttavia vale la pena ricordare
ad ognuno di loro che per entrare nel merito di un indirizzo politico bisogna essere
eletti in Consiglio regionale a rappresentare un certo numero di elettori. Quindi, al
momento, chi non è eletto ed è preposto invece a svolgere funzioni dirigenziali, per
cui viene lautamente pagato, si limiti a farlo diligentemente applicando
correttamente la normativa regionale. Del resto parleremo a fine anno quando
discuteremo in Consiglio regionale della spesa dei fondi comunitari”.

E’ quanto si legge in una nota del consigliere regionale Katya Gentile.

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