Si intitola “Tiri mancini” ed è il terzo romanzo scritto dal sindaco Giuseppe Falcomatà che la Fondazione “Italo Falcomatà” ha voluto presentare in chiusura delle attività del 2025. L’iniziativa, organizzata a Palazzo San Giorgio, è stata introdotta dalla presidente della Fondazione, Valeria Falcomatà, che si è soffermata sull’analisi del titolo dell’opera: «Oggi, nell’epoca della velocità e della superficialità, l’unico modo per proteggersi da un tiro mancino è il tempo che serve ad approfondire i rapporti, a curare il proprio io per stare bene con gli altri». A dialogare con l’autore sono stati i giornalisti Stefano Perri e Ilda Tripodi, in un talk moderato dalla cronista e scrittrice Gabriella Lax.
Entrando nel vivo dell’opera, il romanzo (esito da Castelvecchi) rientra nel genere della narrativa noir, ambientato in una città inventata dove il protagonista, di professione avvocato, si trova a dover fare i conti con un caso particolarmente spinoso in grado di mettere in discussione ogni sua certezza più profonda. E’ un viaggio introspettivo, un’esperienza rivolta alla scoperta dei propri modi di vivere e pensare, un continuo confronto con il dubbio, le responsabilità e le metamorfosi interiori.
«E’ un libro rivolto a tutti – ha detto Giuseppe Falcomatà – scritto in un periodo molto particolare per me (i mesi della sospensione dalla carica di sindaco) e affronta, in una certa misura, anche lo stato d’animo con cui ho vissuto quel momento».
Le tematiche sono diverse: «Sullo sfondo c’è un personaggio, quello dell’avvocato Aquilani, che, rispetto ai precedenti due romanzi, vive una fase nuova sia dal punto di vista familiare sia professionale. C’è una storia complicata, ambientata in una città di fantasia che, però, ha molti riferimenti con la nostra città. E’ un libro nel quale, ognuno, per le diverse parti, può trovare qualcosa in cui rivedersi».
In mezzo il continuo confronto col proprio io: «C’è tanto di Giuseppe Falcomatà in questo libro. La nostra personalità è un prisma, è un puzzle di tante anime che abbiamo dentro che, prima o poi, vengono fuori. Così, capita che, quando pensiamo di avere tutto chiaro, dobbiamo ripartire daccapo. Questa è una cosa che nella vita ho imparato, anche direttamente a mie spese: quella di non dare nulla per scontato, di rimettersi sempre in gioco, di dubitare anche di se stessi, provare a mettersi nei panni degli altri e, di conseguenza, cambiare punto di vista e prospettiva».
Giuseppe Falcomatà, avvocato, è sindaco di Reggio Calabria dal 2014. Ha pubblicato La vendetta immobile nel 2011, Un passo alla svolta nel 2014, Un bicchiere di sole nel 2015 e Caro Professore nel 2021. Tiri mancini è il suo terzo romanzo.
