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Presentato a Palazzo dei Bruzi il libro di Alessandro Barbano “L’inganno”: il testo “scomodo” contro i soprusi di mafia

Diventa assolutamente importante riportare al centro del dibattito politico la tutela delle libertà, di cui una volta noi della sinistra eravamo cultori e tutori”. Lo ha detto il Sindaco Franz Caruso, intervenendo alla presentazione del libro del giornalista e saggista Alessandro Barbano, “L’inganno”, edito da Marsilio, tenutasi nel salone di rappresentanza di Palazzo dei Bruzi nell’ambito della rassegna di attualità librarie “LibrinComune” promossa dall’Amministrazione comunale e dalla consigliera delegata alla Cultura Antonietta Cozza, ideatrice dell’iniziativa. La manifestazione è stata promossa in collaborazione con l’Associazione culturale “Riforma Giustizia”, di cui è segretaria Enza Bruno Bossio.

Il libro, che ha per sottotitolo “Antimafia. Usi e sorprusi dei professionisti del bene”, è stato definito un testo scomodo, dalla potenza dirompente e che ha suscitato reazioni a volte anche scomposte, per come affronta le questioni legate agli equilibri tra poteri nel Paese e per come, senza reticenze, accende i riflettori sull’utilizzo non solo delle misure cautelari, ma anche dello strumento delle interdittive, come le confische ed il sequestro dei beni.

Dopo aver sottolineato l’importanza del recente risultato ottenuto dalla città di Cosenza, rientrata, grazie anche alle iniziative sulla lettura e la diffusione del libro, nel novero delle 200 città italiane dove si legge di più, il Sindaco Franz Caruso è entrato nel vivo dei temi toccati dal libro di Barbano. “E’ importante – ha detto – che attraverso la divulgazione di questi libri si porti a conoscenza dell’opinione pubblica ciò che significa stare nella gogna del processo penale, quando si viene attinti anche da un semplice avviso di garanzia. Si crea la notizia, con il risultato che quella che dovrebbe essere, appunto, una garanzia per il cittadino, in molti casi, diventa già una sentenza di condanna. Nel libro di Barbano – ha aggiunto Franz Caruso – queste situazioni non riguardano solo le imputazioni, gli arresti, i processi, ma anche un altro aspetto, altrettanto preoccupante e grave, che è quello che investe i beni, le attività imprenditoriali dei cittadini che vengono attinti da misure che riguardano il sequestro e la confisca dei beni, a prescindere da quello che è l’esito e lo sviluppo del procedimento penale”. Per Franz Caruso “è importante l’azione messa in campo dalle forze dell’ordine e dalla magistratura per contrastare il fenomeno devastante della presenza della ndrangheta, però bisogna fare attenzione, perché l’uso indiscriminato di alcune misure, patrimoniali e personali, provoca danni alle persone, alle imprese e all’economia. E’ in quel caso che il ruolo dell’avvocato diventa particolarmente importante”. Poi, da Sindaco, Franz Caruso richiama la funzione delle istituzioni e delle persone impegnate in politica che è quella “di fare in modo che si riaffermi quel diritto del cittadino ad essere tutelato dalla giustizia. Non dobbiamo percepire la giustizia – ha sottolineato il Sindaco – come qualcosa di cui avere paura, ma vederla come tutela per le persone perbene ed oneste che ci sono in tutti i settori e per le quali anche un avviso di garanzia diventa condanna. E’ giusto che ci siano le indagini, ma è anche giusto che non si intacchi con un’azione persecutoria colui che non ha commesso reati”.

Quando prende la parola la Segretaria di “Riforma Giustizia”, Enza Bruno Bossio, si dice felice e orgogliosa per l’incontro che la sua associazione, nata da qualche mese in Calabria, ha organizzato per presentare il libro di Alessandro Barbano, “per rimettere al centro dell’attività la difesa dello Stato di diritto, dell’equilibrio dei poteri, della presunzione d’innocenza, del giusto processo contro l’abuso delle misure cautelari e delle interdittive e che in questi anni hanno spezzato vite e funzioni istituzionali, prima ancora dei processi”. Per Bruno Bossio “bisogna animare questa difficile rivoluzione culturale contro l’arrendevolezza della politica. E’ giunto il momento di ripristinare le regole – ha detto – ringraziando l’autore de “L’inganno” “per aver scritto un libro straordinario e grazie al quale ha portato la voce della giustizia giusta in tutta Italia. Un libro – ha aggiunto – che va letto fino in fondo e che è stato definito esplosivo ma circostanziato, nei dati e nei fatti. Ciò che si capisce subito, leggendolo, è che l’inganno sta proprio nel ribaltamento del principio costituzionale della presunzione d’innocenza. Oggi è presunto colpevole chiunque non sia riuscito a provare, contro il sospetto, la propria estraneità ai fatti contestati poiché, come dice Barbano, la pericolosità ha preso il posto della colpevolezza come avveniva, più o meno, sotto il regime fascista”.

Anche la Presidente della commissione consiliare Istruzione e Legalità del Comune di Cosenza, Chiara Penna, avvocato penalista e criminologa, ha portato il suo contributo alla discussione. “Parlare di antimafia è facile, criticarla, nella migliore delle ipotesi, risulta, per l’interlocutore, quanto meno sgradevole. Non lo si può fare mai senza dover precisare che comunque siamo tutti d’accordo sul fatto che la lotta alla mafia è sacrosanta e giusta a tutti i livelli”. Penna ha ringraziato l’autore del libro per l’opera di sensibilizzazione dei cittadini, aggiungendo che “l’uso indiscriminato di misure cautelari e di misure interdittive blocca la vita delle persone, i patrimoni e le attività imprenditoriali, arrecando danni enormi all’economia di un territorio per poi rivelarsi in molti casi inutile”.

Il dibattito che ne è scaturito, moderato da Davide Varì, direttore del quotidiano “Il Dubbio”, ha fatto poi registrare anche altri interventi. Tra questi, in collegamento video, quello di Giandomenico Caiazza, Presidente nazionale dell’Unione Camere penali che ha riconosciuto al libro di Barbano il merito di “accendere le luci e rendere comprensibili meccanismi giudiziari che sono di una straordinaria pericolosità per i diritti di tutti noi. Le misure di di prevenzione patrimoniale sono diventate – secondo Caiazza – uno strumento sanzionatorio molto più efficace e devastante di una condanna penale all’esito di un processo. Il libro mette a nudo disfunzioni clamorose di un sistema che merita di essere radicalmente riscritto e corretto”. Al dibattito hanno partecipato anche Roberto Le Pera, presidente della Camera penale di Cosenza e il giornalista e scrittore Ilario Amendolia.

Particolarmente significative, infine, le testimonianze portate, davanti ad una gremita platea, dall’ex Presidente della Regione Calabria Mario Oliverio e da Marco Sorbara (già Consigliere regionale della Valle D’Aosta) che hanno raccontato le rispettive vicende giudiziarie. “Ho cercato di raccontare – ha detto in chiusura l’autore del libro Alessandro Barbano – alcune distorsioni traducendole a beneficio della comprensione del cittadino ed anche cosa una democrazia fragile può produrre volendo contrastare una minaccia reale che è la mafia, cioè sviluppare anticorpi che oggi, a colpire il bersaglio, si indirizzano verso l’organismo che li ha prodotti”.

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