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Davide Ferrerio in coma dopo brutale pestaggio a Crotone, la madre in attesa delle prossime udienze: “L’ergastolo è per noi”

La vita di Davide stroncata senza pietà, senza motivo. È terribilmente dura. L’ergastolo lo sta vivendo Davide qui, in questa situazione”.

Le parole di strazio sono di Giuseppina Orlando, la madre di Davide Ferrerio, il giovane in coma irreversibile, dopo essere stato brutalmente picchiato a Crotone, l’11 agosto scorso, a quanto ricostruito per uno scambio di persona.

“Davide – prosegue la madre, in una lettera-sfogo affidata al legale della famiglia, avvocato Gabriele Bordoni – stava spiccando il volo a 20 anni, non si possono distruggere i sogni, la vita, la gioia, le passioni semplicemente per il divertimento di questi folli. È ingiusto che io non abbia più un figlio come Davide. Che Davide debba soffrire tanto da innocente, e che noi famigliari siamo stati costretti a sopravvivere a una tragedia inspiegabile, gratuita”. “Noi tutti siamo stati catapultati in un inferno che la galera non è nulla a confronto”.

Davide, che ora è ricoverato in una struttura “è sempre peggio e io come mamma non ce la faccio più a vederlo soffrire da completo innocente”. “Nessuno può minimamente immaginare il dolore che viviamo noi”. “Davide è unico. Davide non ha avuto il tempo di fare nulla. A 20 anni non si può vivere in stato vegetativo rovinato per sempre”.

Sul fronte giudiziario, il 3 aprile a Crotone è in programma l’udienza davanti al Gup per Nicolò Passalacqua, accusato di tentato omicidio in quanto autore del pestaggio e intenzionato a chiedere l’abbreviato, per la madre della 17enne al centro della vicenda (la ragazza comparirà il 5 aprile davanti al tribunale minorile) e Andrej Gaju – accusati di concorso anomalo in tentato omicidio. Gli avvocati della famiglia Ferrerio avevano chiesto un rinvio per verificare le condizioni del ragazzo: nel caso di morte cerebrale l’accusa sarebbe da modificare in omicidio aggravato che non renderebbe possibile il rito abbreviato. Il 3 aprile l’avvocato Bordoni potrebbe chiedere di modificare l’accusa dell’imputato in lesioni, che renderebbe possibile, in caso di morte, rifare un processo per omicidio.

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