di Fulvio D’Ascola* – Tutto inizia e si trasforma con manifesti e slogan, cabine elettorali ed astensionismo ed i politici girovaganti alla ricerca di voti. Sul ring delle elezioni c’è un vincitore per KO alla terza ripresa ed alza i guantoni al cielo, mentre il suo contendente con lo sguardo triste davanti alle telecamere in tv è lasciato solo dal suo staff che l’aveva lanciato in una difficile sfida. Un aereo lo riporterà a Bruxelles ? Vincitori e vinti, in una città senza identità, con il suo sindaco trasformista mediatico che cerca una nuova dimensione politica per non sparire dalla notorietà. Raggiunge il suo obiettivo per le strane ripartizioni di seggi ai perdenti, ma da sconfitto nella sua lista.
Scappare o restare, questo è il dilemma, scappare da una città che tenta di risollevarsi e grazie ai collegamenti con l’Italia e l’Europa scopre la lingua tedesca, polacca, inglese e spagnola, ascoltata dai turisti che popolano il corso ed il lungomare. Rimanere per tentare di cambiare le cose? La politica come professione, con l’astensionismo che è il convitato di pietra per chi non crede alla retorica delle parole e non ha creduto a chi prometteva “esenzione del bollo auto, perché la strade sono piene di buche” o “assumeremo 7000 forestali…”Poteva essere credibile un europarlamentare, ex presidente Inps con proposte degne del migliore Cetto La Qualunque? E’ tutto pronto nella scacchiera della “politica”, verso gli scenari futuri per governare la città della Fata Morgana, con il suo primo cittadino che corre verso Palazzo Campanella con un seggio “da recuperato” al consiglio regionale, “per difendere gli interessi di Reggio“ ?, come dichiarato in un comizio in piazza, dimenticando che da 11 anni è lui il sindaco…..Finiscono i paradossi, le passeggiate di professoresse filosofe e di Salvini sul corso Garibaldi, il comizio per pochi intimi di Conte, si cancellano gli slogan “Facciamo tornare i topi nelle fogne” e il ritorno prorompente da convitato di pietra, di chi ha rappresentato un modello Reggio ed ha sempre un grande seguito che può essere il grimaldello per futuri scenari politici. In fondo la nostra città è quella che abbiamo, con una squadra di calcio che naviga da tre anni in serie D, con i minimi canoni di civiltà, con una rappresentazione politica tenuta insieme dal profitto di lauti stipendi da consigliere comunale, assessore, sindaco.La gente rimane a casa, c’è il grande astensionismo dello scrutatore non votante cantato da Samuele Bersani “Lo scrutatore non votante è indifferente alla politica, ci tiene assai a dire “Ohissa”, ma poi non scende dalla macchina..”
Viviamo una dimensione sociale di sfiducia, senza una progettazione culturale ed economica governata da capricci personali, mancano gli spazi aggregativi per distribuire conoscenze, mancano i servizi, manca la cultura di prossimità. Bisogna creare le condizioni per migliorare la vivibilità e le prospettive civili, ma servono esempi di leadership credibili, competenti e consapevoli. Sventoleranno bandiere palestinesi, slogan ProPal contro Israele e contro chi non la pensa come loro definito Fascista. Applausi all’impegno civile, anche dei giovani, ma guardiamo dentro le nostre case, dentro i servizi cittadini, rendiamo vivi gli invisibili, le disabilità, le problematiche reazionali, mentre dall’altra parte nel politically correct esiste una destra omofoba, becera, razzista, che comunque agisce e non manifesta, vince e governa.Quintali di carta di facsimile e santini sono sospinti dal vento, trasformando le strade come le giornate di Carnevale e delle maschere indossate.
Domani è un altro giorno, con vincitori e vinti, mentre le stanze del disagio e del disimpegno rimangono chiuse.
*Sociologo