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Non mostrate ai turisti la Reggio Calabria di Falcomatà!

di Claudio Cordova – In queste settimane a Reggio Calabria ci sono tanti turisti. Stranieri, soprattutto. Tanti, soprattutto se paragoniamo i numeri agli standard fin qui conosciuti dalla città. Li si vede aggirarsi per le vie del centro spesso negli orari più improbabili. Dalla mattina presto alle prime ore del pomeriggio. Come fanno i turisti, appunto. Tanti sottovalutano la grandezza dell’avere, finalmente, un aeroporto che funziona in maniera più vicina alla dignità rispetto ai decenni passati.

Grandezza potenziale, ovviamente. Potenzialmente economica. Potenzialmente culturale.

Eppure, a ben guardare, fanno un po’ di tenerezza queste donne con il cappello in testa, questi uomini con i pantaloncini corti, che giungono in città tanto speranzosi, perché ciò che si trova su internet è certamente attraente, come, da sempre, sono invoglianti i depliant turistici. Fanno tenerezza perché, al netto di alcune bellezze enormi e oggettive che Reggio Calabria ha, è possibile immaginare lo spaesamento di chi viene da Manchester, da Berlino, da Marsiglia, da Barcellona, nel vedere, nonostante tutto, una città ancora abbandonata a sé stessa.

Se, piaccia o no, la Regione ha avuto l’intuizione di puntare su Reggio Calabria con l’accordo con Ryanair, l’Amministrazione Comunale guidata da Giuseppe Falcomatà si è fatta trovare, ancora una volta, impreparata. Inadeguata. E la cosa infinitamente triste è che tutto questo non sorprende.

Dal lungomare, ancora desolatamente semideserto, nonostante il clima più che favorevole. Sono pochi, pochissimi, i lidi che hanno già aperto i battenti. E per ciò che concerne i chioschi, ci si è mossi con i bandi appena pochi giorni fa. Ci si ostina a far funzionare a singhiozzo il tapis roulant, che chiude proprio nei momenti in cui dovrebbe rimanere aperto (si pensi, per esempio, alle ore serali). E questo a fronte di un sistema di trasporti che definire inadeguato è un generoso eufemismo. A nessuno è venuto in mente di implementare linee più specificamente dedicate ai turisti. Non solo per ciò che concerne l’area cittadina, ma, spostandoci alla Città Metropolitana (che, ahinoi, è sempre nelle mani di Falcomatà & co.) verso Scilla o Taurianova, recentemente insignita del ruolo di Capitale del libro.

Non si è pensato di agire sfruttando le risorse pubbliche, ma nemmeno di coinvolgere i privati. Proprio quell’imprenditoria cui spesso ci si appella come motore per la rinascita del tessuto economico e sociale. E, però, a nessuno è venuta l’idea di fare orario continuato con l’apertura dei negozi anche nelle prime ore del pomeriggio, quando i turisti, dopo aver pranzato nei locali del centro, tendenzialmente continuano i propri giri. Sembra davvero che nessuno abbia mai fatto il turista, tra chi, dannatamente per la città, occupa un ruolo in qualche modo decisionale.

Davvero, se non ci fossero lo Stretto e i Bronzi di Riace a estasiare questi malcapitati venuti dal Centro Europa, verrebbe da pensare a quanto la città si stia giocando male la chance avuta, con un cartellone estivo di cui non si sa ancora nulla, con una città sporca come non mai anche nelle sue vie centrali, con una progettualità che – comunicati di Palazzo San Giorgio alla mano – esulta ed esalta la riapertura dei bagni pubblici sul lungomare.

Insomma, anche sotto il profilo turistico la peggiore pubblicità che possa arrivare su Reggio Calabria è quella che la città stessa è capace di farsi.

La domanda è: dopo aver spopolato, in questi anni, Reggio Calabria dai suoi cittadini (soprattutto giovani) riuscirà a spopolarla anche dai turisti? Gli ultimi dati Istat ci dicono come la Calabria abbia perso oltre 160mila giovani negli ultimi vent’anni e solo nell’ultimo anno Reggio Calabria ha perso ben 1.300 residenti. Dal 2014, anno in cui è iniziata l’imbarazzante epoca Falcomatà jr., Reggio Calabria è passata da 183mila abitanti a poco più di 171mila (ultimo rilevamento dicembre 2022). E non c’è stato anno in cui non si perdessero centinaia di residenti: addirittura 5mila in meno al 31 dicembre 2018.

 

Davvero, converrebbe mettere la mano sugli occhi a questi coraggiosi che scelgono la Reggio Calabria di Falcomatà & co. per le proprie vacanze. Un po’ come facevano i nostri genitori quando eravamo piccoli e in tv andava in onda qualche scena troppo violenta o troppo osé. Una scena oscena, insomma. Proprio come la Reggio Calabria di Falcomatà.

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