La rassegna Synergia 48, promossa dall’associazione Amici della Musica, ha proposto “La Musica dell’anima”, con testo di Maria Letizia Compatangelo. Al piano il maestro Marco Scolastra
Eleonora Duse, la “divina” celebre in Europa e oltre Oceano, di cui quest’anno ricorrono i cento anni dalla scomparsa (1924-2024) ha incantato il teatro Manfroce di Palmi attraverso la vibrante interpretazione di Pamela Villoresi. La sua vita, il suo ardore e la sua indomita passione per il teatro hanno ispirato lo spettacolo “La Musica dell’anima. Ritratto di Eleonora Duse tra le note della sua epoca”, con testo di Maria Letizia Compatangelo e il sapiente accompagnamento musicale di Marco Scolastra al pianoforte.
Uno spettacolo che avrebbe dovuto avere luogo lo scorso gennaio. «Una polmonite virale aveva colpito mio figlio. Vi sono grata per avermi attesa. Tenevo a recuperare questo spettacolo. Sono contenta – ha detto al pubblico Pamela Villoresi al termine dello spettacolo – di essere qui potendo gioire perché il pericolo è stato completamente superato. Siete stati un pubblico partecipe e attento. Grazie dal profondo del cuore».
Il pubblico, infatti, ha risposto con grande trasporto al vibrante omaggio reso a Eleonora Duse, donna, madre, amante, amica della scrittrice e giornalista Matilde Serao, mito oltre il suo tempo diviso con l’attrice Sarah Bernhardt. Un viaggio emozionante fatto di note e parole proposto nell’ambito della rassegna Synergia 48, organizzata dall’associazione culturale Nicola Antonio Manfroce di Palmi, presieduta da Antonio Gargano, e finanziata con l’avviso pubblico Promozione Eventi Culturali 2022 della Regione Calabria.
«Dobbiamo molto a Eleonora Duse. Lei – ha sottolineato Pamela Villoresi – ha fatto da coraggiosa apripista per tante nostre libertà. La sua vita è stata attraversata da un intenso travaglio culminato nella morte del primo figlio per stenti. Spiccano la sua forza e la sua tempra. Una donna imprenditrice e regista ma soprattutto un’attrice che ha rivoluzionato il modo di recitare, sfidando le convenzioni e mostrandosi oggi contemporanea e allora una impavida pioniera. Scoprirla è stata un viaggio bellissimo ed emozionante. Passata alla storia come diva, lei era invece un’antidiva, una donna schiva e riservata. Era una studiosa e un’appassionata di musica. Girava con un piccolo busto di Beethoven e lo aveva con sé nelle camere d’albergo. Allora conoscere la musica non era così semplice. Era necessario suonarla oppure andare dove la suonassero. Lei la conosceva e anche bene. Sono dunque particolarmente fiera di ricordarla con a fianco un grande pianista e ormai un amico come Marco Scolastra.
Credo che Eleonora Duse non sia arrivata alla storia come merita, per questo sono contenta di fare questo spettacolo. Penso che sia giusto farne conoscere il valore fino in fondo. Ha avuto tanto dalla vita ma tanto ha patito e faticato per conquistare ogni meta raggiunta. Con umiltà riconosco che, seppure senza i suoi estremi di sofferenza e di fama, anche io ho conquistato centimetro per centimetro la mia carriera lunga 52 anni. Anche per me, come per Eleonora, il teatro è la vita». Così l’attrice Pamela Villoresi.
Lo spettacolo è stato incastonato in una serata particolarmente ricca che ha valorizzato anche il legame tra la “divina” e la Calabria intessuto dalla penna dell’intellettuale palmese Leonida Repaci. Una breve conversazione tra il giornalista Arcangelo Badolati e lo scrittore, amico e studioso di Repaci, Natale Pace, ha introdotto l’articolo che Leonida Repaci, in qualità di promettente critico teatrale per l’Unità, le dedicò qualche giorno dopo la sua scomparsa, avvenuta a Pittsburgh il 21 aprile 1924. Lo scritto, pubblicato sulle colonne dell’Unità il 23 aprile 1924 e inserito nella prestigiosa raccolta “Leonida Repaci, Critiche Teatrali su l’Ordine Nuovo 1921 e l’Unità 1924-1925” (Laruffa editore), è stato letto prima dello spettacolo dalla giovane e talentuosa attrice diplomatasi alla Scuola di Recitazione della Calabria, Federica Sottile.
«(…) grandezza derivante dal genio, genio ch’è classicità, fusioni di particolari nell’universale, di tragedia nella musica, di plastica nel silenzio sonoro, sintesi di opposti, di amore e di odio, di disperazione e di fede.
L’esperienza dannunziana e ibseniana – scriveva Leonida Repaci – dovevano mitigare il primitivo realismo della Duse nei nuovi veri che andavano affermandosi nel teatro. Dopo il romanticismo, il naturalismo. Dopo questo il decadentismo neoclassico e il simbolismo; un passo oltre e per un verso si cadrà in Claudel ed in Maeterlink, dall’altro nell’idealismo attivista di Ibsen, di Andreief e di Pirandello.
La Duse non per nulla è figlia del suo tempo. Né la sua anima i nuovi ideali, le nuove forme trovano l’immediata risonanza. E si purificano, diventando realtà, vita passione. Per questo potere di sentire e di dare, per questo accordo magico tra il vasto mondo interiore e i richiami del mondo esterno, la Duse merita veramente l’inno che D’Annnunzio mise in bocca a Lucio Settala nella “Gioconda”. Inno scritto per la tragica, ispirato da lei: “Ella è sempre diversa, come una nuvola che ti appare mutata d’attimo in attimo senza che tu la veda mutare. Ogni moto del suo corpo distrugge un’armonia e ne crea un’altra più bella. Tu la preghi che si arresti, che rimanga immobile, e a traverso tutta la sua immobilità passa a un torrente di forze oscure come i pensieri che le passano negli occhi». Così scriveva ancora Leonida Repaci sulle colonne dell’Unità nell’aprile del 1924.
La memoria ha tracciato il suo percorso anche attraverso le immagini. Nel Foyer del teatro anche una mostra dal titolo “Leonida Repaci e la città di Palmi. Pezzi di Storia per
Immagini”, allestita dalla Casa della Cultura Leonida Repaci di Palmi. Dunque una serata all’insegna di un intreccio tra le arti nel segno del recente protocollo sottoscritto dalle
associazione Amici della Musica Manfroce, Amici della casa della cultura Leonida Repaci e dal circolo Rhegium Jullii.
L’associazione Amici della Musica Nicola Antonio Manfroce di Palmi chiuderà la settimana all’insegna di altro genere musicale. In collaborazione con Ama Calabria, in programma per sabato 6 aprile alle ore 21:15, sempre al teatro Manfroce di Palmi, la Festa Napoletana “Neaples Ensemble”.