Questa sera alle 21e15 ritorna Catonateatro all’Arena Alberto Neri con il primo di 2 imperdibili appuntamenti dedicati alla grande commedia e lo fa con uno dei campioni di questo genere, il drammaturgo siciliano Nino Martoglio e il suo intramontabile San Giovanni Decollato. Un grande classico della prosa siciliana portato in scena da due grandi rappresentanti del teatro siciliano: Tuccio Musumeci e Miko Magistro. Si tratta di una commedia esilarante, coproduzione de il Teatro della Città – Centro di Produzione teatrale e il Teatro Stabile di Catania, che porta in scena, grazie ai due mattatori, tutta l’ironia e il senso del grottesco del drammaturgo siciliano che la scrisse nei primi del ‘900. Una commedia che mescola storia, tradizione e folclore e che, nonostante la miriade di edizioni e di interpretazioni, non conosce l’usura del tempo.
Protagonista della commedia in tre atti è mastro Austino che chiede continuamente a San Giovanni Battista, di zittire una volta per tutte la moglie Lona, che lo “tortura” opponendosi ad ogni sua decisione. La vicenda, però, si articola lungo la storia della loro figlia Serafina, promessa sposa a un lampionaio che ama, invece, segretamente Ciccino, giovane studente di medicina. Molto presto l’amore segreto fra Serafina e Ciccino viene scoperto e i giovani ricorrono alla classica “fuitina siciliana” che deve necessariamente essere seguita da nozze riparatrici e a nozze avvenute arriverà anche il tanto desiderato miracolo richiesto da mastro Austino che accrescerà sempre più la sua fede in San Giovanni decollato. Una bellissima commedia insomma che ha visto anche una famosa trasposizione cinematografica che ha avuto il merito di far conoscere il genio di Totò lanciato definitivamente nel firmamento cinematografico italiano.
Il secondo appuntamento è ancora con un famoso riferimento al Principe della risata, Sabato 16 Agosto infatti andrà in scena La Banda degli onesti di quei due geni di Age&Scarpelli, maestri indiscussi della commedia all’italiana. In scena oltre ad Alessandro Idonea anche regista, un altro beniamino del pubblico di Catonateatro, Vincenzo Volo. Chi non ricorda Totò e Peppino impegnati nella truffa del secolo, inesorabilmente destinata a fallire per “eccesso d’onestà”? La scelta di questa piece è dunque l’omaggio ai due mostri sacri della commedia all’italiana che con “La banda degli onesti”, versione teatrale del famoso film di culto, girato da Camillo Mastrocinque nel 1956, hanno raggiunto il massimo livello della loro comicità. Si tratta di un testo dalla verve comica assoluta, spigliata, briosa, dotata di un dialogo vivace, la storia corre diritta all’onesto scopo di suscitare risate. Tutto ha inizio quando un anziano in punto di morte, il Sig. Andrea, assistito dal suo portiere Antonio Bonocore, gli rivela di possedere alcuni cliché originali e la carta filigranata della Zecca dello Stato. Il portiere chiede ad un tipografo e ad un pittore, indebitati come lui, di dar vita a una banda di falsari. Ma il progetto naufraga quando Bonocore scopre che il figlio finanziere è sulla pista di una partita di banconote false… L’allestimento che vedremo a Catonateatro è una versione teatrale della “Banda degli onesti” arricchita da invenzioni nuove, sviluppate sulla linea dei personaggi originali. Dunque, nonostante si mantenga la sceneggiatura di Age &Scarpelli, maestri di satira e umorismo popolaresco, vi troviamo un’autonomia espressiva che consenta l’uso di forme e immagini più dinamiche e moderne, come ad esempio la “vorticosa” scena di Claudio La Fata, le musiche del maestro Aldo Giordano, che rendono così lo spettacolo più cinematografico che teatrale nelle sue inesauribili gag tipiche del repertorio italiano. Questa commedia è molto più che la simpatica storia di tre improbabili falsari. In realtà il tema affrontato risulta tremendamente attuale è la povera e faticosa onestà contrapposta al comodo benessere generato da un illecito. E colpisce tutt’oggi il pudore che i tre personaggi mostrano quando confessano di non avere spacciato i soldi falsi e di aver, invece, fatto credere il contrario agli altri, per paura di essere giudicati fessi. L’onestà prima di tutto.