“Le convinzioni, più delle bugie, sono nemiche pericolose della verità” - Friedrich Nietzsche
HomeFronte del palcoFronte del palco CatanzaroA Martirano Lombardo commedia dialettale “Malato immaginario, portafoglio reale: Pietrebianche in prognosi risata!”

A Martirano Lombardo commedia dialettale “Malato immaginario, portafoglio reale: Pietrebianche in prognosi risata!”

Un grande e meritato apprezzamento per la commedia dialettale “Malato immaginario, portafoglio reale: Pietrebianche in prognosi risata!” portata sul palco dalla compagnia teatrale “Ud’è cosa” in piazza Giuli nel piccolo borgo di Pietrebianche, frazione di Martirano Lombardo.

Una commedia brillante, che ha tratto spunto dal Malato immaginario di Molière, in vernacolo, per essere ambientata a Pietrebianche e che ha visto Piazza Giuli gremita di spettatori, molti dei quali emigranti, entusiasti che hanno trascorso una bella serata all’insegna del sorriso e della spensieratezza accogliendo le battute con continui applausi.

Commoventi la presentazione iniziale e i saluti finali del gruppo che ha voluto raccontare da quali forti e struggenti sentimenti è nata l’idea di proporre la commedia.

Nella presentazione iniziale si è sottolineata come la rappresentazione teatrale sia nata “ …. da un sentimento di protezione, di cambiamento per il futuro ed insieme di continuità con il passato” .  E, toccando il tema dell’emigrazione di tanti giovani, si è fatto riferimento a Vito Teti che parlando di “restanza” diceva “Partire e restare sono i due poli della storia dell’umanità”.  Dove chi rimane in qualche modo si sente in viaggio e chi parte non parte mai del tutto e i ricordi dei luoghi nei quali si è cresciuti si rimangono nel cuore.

Nei ringraziamenti finali al pubblico e a quanti hanno collaborato alla riuscita della rappresentazione è stata sottolineata l’importanza dell’unione, dell’essere presenti, nel fare, per mantenere vivo il territorio, per mantenersi vivi … per mantenere viva Pietrebianche dove “si vive con dignità antica: le mani si alzano prima del sole, sistemano la casa, curano l’orto, raddrizzano le giornate. E sempre si lavora, come se ogni giorno fosse ancora da meritare”.

Si è ritornati al tema della “restanza” aggiungendo “Qui, per restare, serve tenacia. Serve coraggio. Per questo non giudichiamo chi è partito. Anzi, lo capiamo. Ma ci manca. Ci manca ogni volta che una casa si chiude. Ogni volta che il silenzio prende il posto di una voce. E a chi è andato via vogliamo dire solo questo: questa casa è ancora aperta”.

Articoli Correlati