In scena ieri sera al Teatro Comunale, nel cuore del centro storico di Catanzaro, una commedia che ha segnato la storia del teatro dialettale calabrese. “Basta, abbasta e suverchja” è un’opera che, a distanza di 33 anni dalla sua prima rappresentazione, continua a suscitare risate e riflessioni. La direzione artistica di Francesco Passafaro ha permesso di riportare in scena questa commedia, ora rivisitata in chiave più dinamica e frizzante, ma sempre fedele allo spirito che l’ha resa un grande classico del teatro calabrese.
Nata nel 1992 dalla mente di Nino Gemelli, questa commedia in due atti è un pezzo fondamentale della tradizione teatrale catanzarese. Nonostante siano passati decenni, la sua freschezza e il suo umorismo non sembrano invecchiare. La trama semplice, arricchita dai ritmi vivaci e dai personaggi caratteristici, ha conquistato il cuore di più generazioni. Il tutto si svolge con un ritmo incalzante che trascina il pubblico in un turbinio di situazioni comiche. Il lavoro di Passafaro ha dato nuova linfa alla commedia, velocizzando il ritmo senza perdere la sua essenza.
La compagnia del Teatro Incanto, che quest’anno festeggia i suoi venti anni di attività, proprio con questa messa in scena ha vinto numerosi concorsi teatrali in Calabria e oltre, raccogliendo riconoscimenti per scenografia, attori e regia. La forza di questa commedia è proprio la sua capacità di coinvolgere e divertire senza mai perdere di vista il legame profondo con la tradizione.
“Questa commedia è nata da un elemento molto personale della mia vita,” racconta Francesco Passafaro. “Nel 1992, ho trascorso l’estate con Nino Gemelli e sua moglie Sina. Avevo 11 anni e ho visto questa commedia nascere sotto i miei occhi. L’ispirazione è venuta da una lavagna che avevamo in casa, un oggetto apparentemente banale, ma che è diventato il punto di partenza per la creazione di una storia che ancora oggi fa ridere e riflettere.” A testimoniarlo, sul palco, il ricordo commosso di Sergio Passafaro, collaboratore e amico personale di Gemelli. “A Nino dobbiamo tanto come catanzaresi,” ha affermato Passafaro, ricordando la figura di Gemelli come una pietra miliare per il teatro dialettale e la cultura di Catanzaro.
“Questa commedia contiene l’essenza del nostro essere catanzaresi. Tra modi di dire, ritmi incalzanti e un gruppo di attori affiatati, lo spettacolo diventa un’esperienza collettiva che celebra la nostra cultura,” afferma ancora Passafaro, sottolineando l’importanza di Nino Gemelli per la città di Catanzaro. “Gemelli ha amato profondamente la nostra città. Ha scelto di restare qui, anziché lavorare con grandi nomi del teatro come Eduardo De Filippo, perché credeva nella forza del nostro dialetto e nella bellezza del teatro vernacolare.”
Alla fine della rassegna, Passafaro ha annunciato la realizzazione di un “cofanetto” che conterrà tutte le commedie di Nino Gemelli, un modo per conservare e valorizzare ulteriormente il patrimonio teatrale della città. “Conservare queste opere è fondamentale per continuare a trasmettere la grammatica e il linguaggio che Gemelli ci ha lasciato,” ha concluso.
La rassegna “Nel segno di Gemelli” continua a celebrare la tradizione teatrale catanzarese e, con spettacoli come “Basta: Abbasta e Suverchja”, conferma l’importanza di mantenere vive le radici culturali della città. Con l’obiettivo di portare sempre nuove emozioni al pubblico, Francesco Passafaro e la sua compagnia si confermano interpreti di un teatro che fa ridere, ma anche riflettere. In scena con Francesco Passafaro: Elisa Condello, Roberto Malta, Rita Sia e Michele Grillone.
La rassegna dedicata a Nino Gemelli continua mercoledì 19 marzo con lo spettacolo “Bongiorno e Auguri”, sempre alle 20:45.