Con il trittico di concerti che ha unito San Giovanni in Fiore, Castrovillari e Cosenza, il Festival Antonio Vivaldi – VIII Edizione ha firmato un capitolo di rara intensità nel panorama musicale calabrese, ribadendo la propria vocazione a essere più di una rassegna: un viaggio nella bellezza, nel pensiero e nella forma viva della musica.
Tre luoghi simbolo, tre atmosfere, tre prospettive sull’arte del suono. A San Giovanni in Fiore, nel complesso del Museo Demologico e nella Sala Saverio Marra dell’Abbazia Florense, il Duo Iaquinta (Giuseppe e Francesco Iaquinta) ha aperto il percorso con un concerto di luminosa sensibilità, intrecciando le eleganze di Beethoven e Brahms con la profondità emotiva di Franck. La loro esecuzione, rigorosa e vibrante, ha restituito la purezza del repertorio romantico come dialogo fraterno, come intima confessione sonora.
Il giorno seguente, nel Castello Aragonese di Castrovillari, la scena si è popolata di ombre e riflessi barocchi. Il violino di Flavia Di Tomasso e il clavicembalo di Antonella Moles hanno tracciato un itinerario tra Vitali, Scarlatti, Corelli, Paradies e Tartini, costruendo un racconto fatto di contrasti e di luci, di geometrie e improvvise accensioni emotive. Nella Sonata “Il trillo del diavolo” di Tartini il virtuosismo si è fatto racconto teatrale, rivelando una tensione che non è mera bravura ma introspezione, estasi, abbandono. Il concerto di Castrovillari ha rappresentato il cuore pulsante di questa edizione: una vetta tecnica e interpretativa che ha celebrato il Barocco come linguaggio eternamente contemporaneo.
Infine, a Cosenza, nella maestosa Sala degli Specchi del Palazzo della Provincia, il Festival ha chiuso il suo trittico con un concerto di vertiginosa intensità pianistica. Per sopraggiunti impedimenti personali, il violoncellista polacco Adam Klocek non ha potuto esibirsi; ma la pianista Margherita Capalbo ha trasformato l’assenza in un atto d’arte pura, regalando al pubblico un recital che rimarrà nella memoria. Il programma — Beethoven, Berg, Liszt e De Falla — è stato un viaggio dalla trascendenza al fuoco, dal pensiero al gesto: la Sonata op.109 come soglia spirituale, la Sonata op.1 di Berg come dissoluzione della forma, gli Studi trascendentali e le Rapsodie lisztiane come vertici di energia, fino alla Fantasia Baetica di De Falla, dove il pianoforte si fa orchestra e terra viva.
Come ha dichiarato il direttore artistico Alessandro Marano: ” Recupereremo il concerto in duo, ma la prova di Margherita Capalbo ha rappresentato uno dei momenti più alti del Festival: un esempio di come la musica sappia trasformare ogni imprevisto in rivelazione.”
Tre eventi diversi e complementari, uniti da una visione coerente: quella di un Festival che mette la Calabria al centro di una geografia sonora europea, capace di dialogare con la tradizione e la modernità, con la ricerca e l’emozione, con la storia e la vita. Il pubblico — attento, numeroso, appassionato — ha risposto con gratitudine e meraviglia, riconoscendo in questo progetto una rinascita autentica della musica colta come esperienza condivisa, accessibile e vitale.
Diretto artisticamente da Alessandro Marano e Margherita Capalbo, il Festival Antonio Vivaldi si conferma un presidio di eccellenza culturale, un laboratorio di alta formazione e di incontro tra artisti, territori e pubblico.
Promosso da Cosenza Autentica APS, in rete con AIAM – Associazione Italiana Attività Musicali, con il sostegno della Provincia di Cosenza, del Ministero della Cultura – FUS e dei Comuni di San Giovanni in Fiore, Castrovillari e Cosenza. A margine, il prezioso contributo del main sponsor Jure Wine Store – Enoteca Regionale e Boutique del Gusto, che accompagna il Festival con la stessa eleganza con cui si accompagna un calice d’arte alla musica.