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De Gaetano ha di nuovo diritto di parola politica: grazie al Pd e a Falcomatà

DeGaetanoNino26novdi Claudio Cordova – Al peggio non c’è mai fine. Soprattutto a Reggio Calabria. Se qualcuno pensava si fosse toccato il fondo, con l’ennesima condanna (in primo grado) di un amministratore pubblico, che avrebbe inteso la Cosa Pubblica, come cosa privata, si sbagliava. E se qualcun altro pensava che l’etica, la questione morale, e tutte queste belle cose (sbandierate per gli altri) non contassero nulla per il centrosinistra e per Giuseppe Falcomatà, incollato alla sua poltrona di sindaco sospeso, si sbagliava altrettanto. Ma si sbagliava anche chi guardava con schifo malcelato al comportamento e al silenzio del centrodestra reggino che, fino a prova contraria, dovrebbe essere opposizione. Beh, basta così, no? No, perché si è sostituito una persona con la storia e il livello del professor Tonino Perna con il maresciallo Paolo Brunetti, a reggere, da facente funzioni, le sorti di un comune che è pure Città Metropolitana.

Paura, eh?

Niente, però, a confronto di quanto visto nel pomeriggio di ieri. In questo grottesco psicodramma che vive Reggio Calabria dopo la condanna in primo grado a un anno e quattro mesi del sindaco Falcomatà per l’assegnazione di una parte del “Miramare” all’attempato amico danzante, Paolo Zagarella. Ebbene, ieri abbiamo visto riemergere, tornare a galla, sguazzare, addirittura Nino De Gaetano. Sì, avete capito benissimo. E non di certo con un tono dimesso. Ma con i toni del reuccio, di chi comunica alla città, ancor prima del Partito Democratico, del sindaco sospeso e del suo facente funzioni, cosa accadrà: “Si va verso l’azzeramento della Giunta”. Grazie, compagno Nino. Quanto ci sei mancato.

O, forse, non sei mai andato via. Dato che, negli angoli della città (negli orari in cui, solitamente, la gente normale lavora) è facile vederti a confabulare. A “nnacartela”. Ecco, probabilmente la colpa più grande di Falcomatà non è quella di aver “regalato” una parte del “Miramare” a un suo amico. Ma di aver riportato al centro della scena politica un soggetto del genere.

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Già coinvolto nello scandalo sui rimborsi elettorali del Consiglio Regionale. Indicato dalle indagini della Dda di Reggio Calabria come un candidato gradito dalla cosca Tegano. Ma, soprattutto, figlio di quel modo di fare politica becero che speravamo di esserci lasciati alle spalle. Quello dei Sebi Romeo da una parte. Quello dei Totò Caridi, dall’altra.

E invece no. Nino De Gaetano ritorna ad avere diritto di parola politica. Pubblicamente. Già perché nel sottobosco, probabilmente, ahinoi, l’ha sempre avuta. Dato che il centrosinistra e il Pd non sono mai riusciti a emendarsi totalmente. Se si pensa che, nel corso delle ultime consultazioni regionali, il compagno Nino era riuscito a infiltrare nuovamente il Partito Democratico con la presenza nelle liste del fidato Antonio Billari. Che ora sogna di fare il bis e di essere nuovamente ripescato a Palazzo Campanella. Magari se Nicola Irto dovesse volare in Parlamento.

Ecco, se un soggetto improponibile come De Gaetano è tornato al centro della scena, dobbiamo “ringraziare” Falcomatà e il Pd. A una settimana esatta da quel pomeriggio all’interno dell’aula bunker reggina, la città naviga ancora a vista. Con Falcomatà che non intende trarre le giuste conclusioni. Il sindaco è uscito malissimo dalla conferenza stampa dell’ormai ex vicesindaco Perna. Sia sotto il profilo politico, che sotto il profilo personale. E la sua credibilità, tranne che per lo zoccolo duro di fedelissimi, è ai minimi storici. Anche all’interno di quello che dovrebbe essere il suo partito. Ma con il Pd che, nonostante l’umiliazione della nomina dei vicesindaci andata a Italia Viva e Azione, non riesce ad avere una linea netta. Che, finalmente, non faccia rivoltare nella tomba i vari Berlinguer.

Nino De Gaetano torna a dettare le condizioni. E tutti eseguono. Poche ore dopo il suo annuncio alla città, il vicesindaco Brunetti ha ceduto alle richieste. Annunciando l’azzeramento dell’Esecutivo. Ovviamente per accettare i desiderata di De Gaetano. La cui compagine è decisiva per le sorti della maggioranza di centrosinistra.

E i Billari di turno iniziano a sognare.

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