Si è svolta presso il ristorante Core di Celestino Mauro la conviviale ecumenica dell’Accademia Italiana della Cucina organizzata dalla Delegazione di Cosenza, una delle iniziative più significative del calendario accademico che impegna ogni anno tutte le Delegazioni in Italia e all’estero.
“Gli Arrosti, gli umidi, i bolliti nella cucina della tradizione regionale”: questo il tema scelto dal Centro Studi ‘Franco Marenghi’ dell’Istituto Culturale della Repubblica Italiana per l’edizione di quest’anno. L’occasione ha rappresentato un utile momento di riflessione e di recupero della memoria intorno alle tradizioni gastronomiche della Calabria, alle sue radici e a quelle consuetudini familiari che, ancora oggi, con le opportune evoluzioni dettate dai tempi, caratterizzano la cucina del territorio.
“Appuntamenti come questi – ha detto il Delegato di Cosenza Rosario Branda – rappresentano un importante momento di confronto e di condivisione conviviale, utile a valorizzare le tradizioni gastronomiche dei luoghi. Nello stesso tempo serve a riaffermare il ruolo attivo dell’Accademia Italiana della Cucina a favore della tutela e della promozione della cultura della tavola italiana, grazie al ruolo svolto quotidianamente dagli Accademici, veri cultori delle tradizioni, sentinelle del gusto, ricercatori e studiosi privilegiati con una naturale predisposizione volta alla comprensione ed allo studio del patrimonio alimentare, inteso come valore culturale del territorio e delle sue tradizioni”.
Il simposio dell’appuntamento ecumenico è stato curato dal Direttore Territoriale del Centro Studi dell’Accademica per la Calabria Ottavio Cavalcanti che, nel corso della sua brillante relazione, ha evidenziato che “bollire, umidare e arrostire in Calabria come nel cosentino rimanda a storie, rituali e, soprattutto, a sapori inconfondibili. Storie di contadini, di pastori, di gente di mare, di montagna e di viaggiatori ancora tangibili perché custodite nelle tante ricette che arricchiscono la nostra tavola”.
Particolarmente apprezzate dagli Accademici presenti le valutazioni, le curiosità e gli aneddoti intorno al ragù, un sugo denso, ricco e sontuoso, che cuoce per ore e che trasforma la semplice pasta in un piatto della domenica; alla tradizione della carne minuta come il capretto, l’agnello o la capra in umido e al vero e proprio rito dell’arrostire che, soprattutto se fatto alla brace, diventa protagonista assoluto di giornate di festa all’aperto come il Ferragosto e la Pasquetta.
Gli interventi degli Accademici che hanno partecipato al simposio hanno conferito al momento conviviale una valenza di profilo alto, ricco di approfondimenti e spunti culturali, confermando come “lo stesso rappresenti una importante occasione di approfondimento e di confronto – ha concluso Rosario Branda – alimentato dal comune intento di custodire e diffondere l’immenso patrimonio gastronomico italiano”.