“E’ l’essere, l'esperienza viva, che determina la coscienza e non, viceversa, la coscienza a originare dal nulla le idee” - Lev Trotsky
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Lamezia, il vescovo Parisi benedice il presepe della casa di cura Tamburelli

“Chiediamo al Signore di volgere il suo sguardo misericordioso su tutta l’umanità, quella umanità sofferente, quella umanità che ha attraversato già questo nostro tempo – pensiamo in questo momento anche ad Antonello Coclite ed alla mamma morta una settimana prima – ed anche quella umanità lieta, gioiosa che, forse, non riesce a riconoscere ed apprezzare l’indicazione e lo sguardo di Dio dentro la propria vita”. Così il Vescovo, monsignor Serafino Parisi, nel corso della benedizione del presepe della casa di cura Tamburelli.

“Casa – ha detto il Vescovo che ha anche visitato la struttura – , che è casa aperta per le persone anziane, per coloro che hanno bisogno di vincere, a volte, il grande dramma della solitudine. Entrando nel mondo, il Signore ha voluto anch’Egli venire in una casa, in una famiglia e questa dimensione familiare alla quale si faceva riferimento prima è quella che, secondo me, qualifica la nostra, ma essendo qui, la vostra attività ed il vostro servizio. Perché fin quando noi riusciamo a stabilire e realizzare tra di noi, nonostante i limiti e le fragilità, legami fraterni per cui davvero ci si può sentire dentro una casa piena, una famiglia gioiosa, è come la benedizione di Dio che si diffonde dentro la vita dell’uomo”.

“Ed è questo – ha aggiunto monsignor Parisi che io voglio dire e chiedere al Signore che, mentre noi tra poco benediremo il Presepe, possa benedire le persone che sono qui lo spirito di famiglia che bisogna costantemente realizzare, tra gli ospiti ma anche tra coloro che prestano il loro servizio”.

“Che ognuno di noi – ha concluso il Vescovo – , da questa esperienza di famiglia e di benedizione, possa arrivare alla gratitudine verso Dio ed alla gratitudine nei confronti degli altri. Questo è il mio augurio per questo Natale, ma anche la sostanza della benedizione che mi appresto a dare”.

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