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Il capogruppo Bevacqua: “L’approvazione “creativa” dei bilanci consuntivi di Asp e Ao non convince. Per ora due certezze per i calabresi: tasse alte e qualità bassa…”

«La sanità commissariata di Calabria ha goduto di mirabilie e di veri e propri “mostri giuridici”, così da poter approvare i bilanci consuntivi 2022 delle aziende sanitarie e ospedaliere. “Mostri giuridici” (il D.L. 51 che ha rinviato al 31 dicembre 2024 l’elaborazione dei bilanci pregressi di alcune aziende sanitarie) sui quali è opportuno approfondire alcuni aspetti, ancora una volta. Ma ci chiediamo e chiediamo però preventivamente un paio di cose al commissario Occhiuto. Come mai le addizionali regionali, che automaticamente si generano dai conti della sanità, sono sempre tra le più alte del Paese? Se la stagione è cambiata, se i conti si mostra di saperli tenere in linea, perché i calabresi continuano a pagare un’addizionale Irpef maggiore rispetto ai cittadini di altre regioni? E soprattutto, perché a fronte di questi oneri fiscali in cambio i calabresi ricevono i Lea (livelli minimi di assistenza) più scadenti di tutto il Paese? Qualcosa sicuramente non torna…».

Così, in una nota, il capogruppo Pd in consiglio regionale Mimmo Bevacqua. «Preferiamo non analizzare lo status delle singole aziende sanitarie e ospedaliere – continua Bevacqua -. Qualcuna di queste ha approvato il consuntivo dopo 4 anni e qualcun’altra dopo 9. Significa aver disegnato sulla sabbia in riva al mare i conti del 2022 dal momento che è perfino incostituzionale  la mancata iscrizione dei saldi di bilancio al primo gennaio 2022. In ogni caso ciò che va analizzato sono i risultati e i benefici per i calabresi. E, purtroppo, da questo punto di vista il piatto piange. L’investimento per migliorare i Lea non è rintracciabile, mentre l’eventuale (e fittizio) avanzo di bilancio non genera un addolcimento delle addizionali regionali che svuotano le tasche dei calabresi. Per cui il “saldo” vero dei cittadini alle prese con la salute di Calabria è ben altro, ci pare di capire. Servizi minimi essenziali scadenti e tasse alte. Dove sta il miglioramento vero?».

 

«La sensazione forte – prosegue ancora Bevacqua – è che aver consentito l’approvazione di improbabili bilanci serva a poco per la vita reale dei calabresi. Com’è possibile, del resto, pensare di elaborare un bilancio senza essere a conoscenza dei dati del bilancio precedente? Si può stabilire surrettiziamente che da un certo momento in poi, senza conoscere i conti veri del passato, si può procedere alla certificazione dello stato contabile corrente? E se dovessimo conoscere nel dicembre del 2024 una situazione irrecuperabile per alcune aziende che ne sarà del bilancio post mortem approvato in queste ore? Ancora una volta il rischio del caos contabile, sconfinante quanto meno nella incostituzionalità, ci sembra molto alto per i calabresi – conclude Bevacqua -. Che al contrario conoscono per ora due certezze, due amare conferme. Tasse alte e qualità della cura bassa…».

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