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Il capo della Dna, Melillo, a Reggio Calabria: “Sollevato problema dei due aggiunti mancanti, ma operatività Procura intatta”

Il Procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo e il procuratore di Milano Marcello Viola sono oggi a Reggio Calabria per una riunione operativa con il procuratore Giovanni Bombardieri e gli altri magistrati della Direzione distrettuale antimafia reggina. Un incontro definito da Melillo un “tavolo di lavoro comune”.

“Non vedo perché ci sia tanto stupore – ha affermato – È una normale giornata di lavoro. Siamo qui per una riunione operativa come ne facciamo tante. È una riunione importante ed è questa la ragione per la quale sono qui a Reggio insieme ad alcuni colleghi della Direzione nazionale e al procuratore di Milano”. A Reggio, infatti, è arrivato anche il sostituto della Dna Sandro Dolce. “Essere qui – ha aggiunto Melillo – è anche il modo per esprimere la nostra gratitudine, il nostro compiacimento per il lavoro che svolge la Procura della Repubblica guidata da Giovanni Bombardieri. La riunione ha per oggetto temi dei quali non conviene parlare ma che riguardano il lavoro che svolgono le procure di Reggio Calabria e di Milano e che il mio ufficio ha il compito di coordinare. Per fortuna ormai è diffusa la consapevolezza che la ‘Ndrangheta non è un problema di Reggio o della Calabria. Questa ormai, per fortuna, è una consapevolezza consolidata e radicata. Il lavoro che fanno le Procure di Milano, Torino, Bologna, Venezia e Genova lo dimostrano. Questa è una consapevolezza che va aldilà dei confini italiani e vi è un’area di collaborazione internazionale molto ampia, non soltanto europea. Questo credo che costituisca la migliore cornice nella quale poi quadrare le singole iniziative, le singole attività di indagine, le singole vicende processuale. Oggi avremo una riunione con i magistrati della Direzione distrettuale di Reggio Calabria e faremo il punto della situazione su tante indagini e su tanti profili di collegamento negativo che occorrerà sviluppare in futuro”.

“La presenza del collega Viola – ha concluso il capo della Dna – è la dimostrazione più concreta dell’importanza che la Procura di Milano assegna alle indagini in materia di ‘Ndrangheta e all’importanza del collegamento investigativo non soltanto con la Procura di Reggio Calabria”.

CARENZA D’ORGANICO. “Intorno al crimine organizzato occorre costruire un tessuto di collaborazione istituzionale più ampio e solido possibile”, ha detto il capo della Dna.

In merito al contrasto alle mafie, Melillo ha sottolineato come “il quadro legislativo italiano è un assolutamente adeguato alla gravità dei fenomeni criminali e che ovviamente va non soltanto difeso ma perfezionato, rafforzato e integrato. Da questo punto di vista bisogna essere consapevoli che è un problema che hanno tutti gli Stati e che la nostra azione si svolge in una cornice normativa che non si definisce soltanto a livello nazionale ma che trova definizione in ambito sovranazionale e nel diritto internazionale”. Secondo Melillo, in sostanza, occorre “sottrarre il tema del contrasto alla criminalità mafiosa alle polemiche quotidiane. Credo che sia invece importante che diventi terreno di coesione istituzionale e terreno di virtuosa collaborazione tra istituzioni diverse”.

Prima di incontrare i pm della Dda di Reggio Calabria, il procuratore della Dna si è soffermato anche sulla carenza di organico nella Procura diretta da Bombardieri dove, da più di un anno, sono vacanti i posti di due procuratori aggiunti su tre. “Ho sollevato subito, appena insediato nel mio ufficio, il tema. Non mancano soltanto i due aggiunti a Reggio Calabria – ha detto Melillo – ma ci sono Procure distrettuali importanti che attendono la nomina del Procuratore della Repubblica. Ci sono uffici distrettuali che hanno bisogno di integrazione degli organici. Questo è uno dei temi dei quali parleremo anche nei prossimi giorni ma lasciatemi dire che il lavoro della Procura di Reggio Calabria è tanto più importante e meritorio considerate le condizioni di difficoltà nelle quali si svolge e tra queste difficoltà vi è anche la mancanza appunto di una quota significativa della struttura direttiva dell’ufficio”.

“Questo – conclude Melillo – costringe il collega Giovanni Bombardieri e il collega Giuseppe Lombardo a degli sforzi supplementari, ma vi assicuro che l’operatività della Procura di Reggio Calabria è assolutamente intatta e lo dimostrano i risultati e i metodi di lavoro adottati”.

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